Spinato o spinoso, guerra del mais tra Val Gandino e Val Camonica

Una disputa, già in via di risoluzione, per la denominazione delle due varietà
Ma i semi bergamaschi sono registrati, quelli bresciani ancora in cerca di nuove identità

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13/05/2015
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Il Mais spinato di Gandino e il Mais nero spinoso di Val Camonica

Un caso di «Italian sounding» (denominazioni che evocano l’originale) o, più semplicemente, tutela di una indiscussa eccellenza?
Si è aperta (e chiusa) fra Val Gandino e Val Camonica la polemica aperta dall’ipotesi che i Comuni bresciani di Esine e Piancogno utilizzassero la dicitura «spinato» per identificare il mais nero di Esine, oggetto di una richiesta di iscrizione (tramite la Regione) nel Registro nazionale delle varietà di specie agrarie e ortive.
L’idea bresciana non è piaciuta alla Comunità del mais spinato di Gandino, che negli ultimi anni ha avviato un articolato progetto, protagonista anche a Expo. «L’iscrizione nel Registro nazionale per il nostro spinato – spiega Filippo Servalli, presidente dell’associazione gandinese – è stata formalizzata dal ministero sulla Gazzetta ufficiale il 6 novembre 2014. Un piccolo primato, dato che è il primo seme a ottenere tale riconoscimento in Lombardia. La nostra associazione è ovviamente lieta che altri ne seguano l’esempio, per certi versi pionieristico, ma riteniamo che le denominazioni oggetto di registrazione debbano corrispondere a quelle in uso oppure a quelle scientifiche. Per indicare le varietà con granella appuntita il termine in uso è “rostrato”, mentre “spinato” è dizione legata alla varietà di Gandino».

Lo scorso 17 aprile, Roberto Colombi, delegato gandinese, ha partecipato a Esine alla pubblica audizione, prevista per legge prima della registrazione. Ha sollevato il dubbio di cui sopra, formalizzato poi da un’istanza alla Regione firmata dall’avvocato Mario Franchina. Il legale gandinese ha messo in risalto come gli stessi enti territoriali e scientifici che hanno seguito il progetto di Esine (oltre ai Comuni anche l’Università della montagna Ge.S.Di.Mont. di Edolo, diretta da Annamaria Giorgi), hanno in più occasioni e pubblicazioni parlato di «rostrato» e non di «spinato».
La risposta bresciana è stata all’insegna del fair play, al punto che è già stata stabilita una riformulazione della domanda, con diversa denominazione: «mais nero spinoso» di Valle Camonica. «Non siamo entrati nel merito delle questioni sollevate da Gandino - spiega Luca Giupponi, ricercatore dell’Università della montagna e bergamasco di San Pellegrino - ritenendo, d’accordo con i sindaci, che si potesse serenamente optare per una dizione alternativa, ora concordata. Nella domanda abbiamo segnalato quali “sinonimi” anche il rostrato d’Esine e mais dell’Annunciata, che indicano le zone di coltivazione oggi oggetto di recupero».
La polemica (spinata o spinosa che dir si voglia) è scongiurata e addirittura si annuncia in autunno un’amichevole sfida in campo neutro a Lovere. A colpi di polenta.

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