Colture biointesive, trasferta americana

Partecipano alla delegazione bergamasca anche due rappresentati della Comunità del Mais Spinato di Gandino

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20/11/2014
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Sarà una qualificata delegazione bergamasca a rappresentare l’Italia al 1° Incontro Mondiale di Agricoltura Biointensiva, nella Repubblica Dominicana, dal 24 al 30 novembre.
A guidare la missione oltreoceano Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico di Città Alta, affiancato da due rappresentati della Comunità del Mais Spinato di Gandino: Angelo Savoldelli (referente per la didattica e discendente della famiglia che a Cà Parecia di Gandino ha conservato i semi originali dello Spinato) e Ivan Moretti di Cazzano Sant’Andrea, che in località Valle Gaggio ha avviato un campo con il metodo biointensivo. La scintilla è scoccata nel 2013, quando a Gandino si è tenuto un corso nell’ambito di Bergamo Scienza.
Le lezioni tenute dal messicano Juan Manuel Martinez Valdez hanno approfondito (sul campo) il sistema di coltivazione sperimentato dalll’americano John Jeavons, che riduce fino all’88% il consumo di acqua e può aumentare fino a sei volte la produttività senza l’ausilio di fertilizzanti. «L’Orto Botanico – spiega Rinaldi – è impegnato per vocazione sulla biodiversità in vista di Expo 2015. Ci sono progetti come quello di Astino, ma più in generale c’è la volontà di promuovere metodi virtuosi, anche per coltivazioni in ambiente urbano. Abbiamo bisogno di ridare all’uomo i ritmi della natura, costruendo un rapporto diretto con la terra e i suoi prodotti. Il biointensivo va in questa direzione».

La trasferta nella Repubblica Dominicana è un ulteriore traguardo per i progetti coordinati dal protocollo Mais Expo Bergamo 2015, che riunisce enti territoriali e scientifici, fra cui Unità di Maiscoltura Cramac e Osservatorio Cores dell’Università. In questi giorni è arrivato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il decreto ufficiale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 novembre scorso) che inserisce il Mais Spinato di Gandino nella sezione speciale del «Registro Nazionale delle Varietà da Conservazione di specie agrarie e ortive ».
È un piccolo primato, in quanto si tratta del primo seme che ottiene tale riconoscimento in Lombardia, seguito dalla cipolla rossa di Breme (Pavia) e dalla zucca mantovana. Il Pirellone ha infatti disciplinato le procedure solo un anno fa, con specifico decreto.

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