Ponziano Loverini (Pittore)
Gandino 6 Luglio 1845 - Gandino 21 agosto 1929
Biografia
Terzo di sei figli, in una famiglia di profonda devozione religiosa, nasce a Gandino il 6 luglio Ponziano, da Pietro Bernardo e Florinda Mazzoleni. Il padre esercita l’attività di sarto. Frequenta la scuola elementare maggiore di Gandino conseguendo il diploma della classe “Prima con eminenza”. Il suo maestro, Quarenghi, nota la sua particolare predisposizione al disegno, evidenziata secondo racconti di tipo agiografico anche nel disegnare durante lo svolgimento di alcune funzioni sacre, nella basilica del paese, e con l’aiuto dello zio paterno di Ponziano, don Lorenzo Loverini, riesce a farlo iscrivere all’Accademia Carrara.
Non disponendo la famiglia di sufficienti risorse economiche, si attinge al “lascito Castelli”, un fondo istituito dalla famiglia gandinese omonima, destinato proprio al sostegno di giovani indigenti del paese che volessero dedicarsi alle belle arti, e viene presentata anche una domanda di sussidio economico al Comune di Gandino. Riuscì a frequentare i corsi dell'Accademia Carrara di Bergamo, dal 1848 al 1869 sotto la guida di Enrico Scuri.
Il giovane Ponziano è entusiasmato dalle vicende risorgimentali, di cui conserverà sempre un ricordo intenso. Conosce molti personaggi legati ai moti insurrezionali del decennio precedente, e altri che saranno artefici della gestione della città di Bergamo nel nuovo Stato italiano, come dimostreranno alcuni suoi ritratti. Si racconta di un suo ritorno a Gandino bardato di coccarde tricolori.
La formazione artistica si sviluppò quindi attraverso due poli: la natia Gandino e la città di Bergamo. La Basilica di Gandino era infatti un museo nel quale il Loverini poteva ricevere un primo apprendistato, per lo meno visivo, di arte pittorica, e forse fu questo che lo portò alla predilezione per una tavolozza dalle forti accensioni cromatiche, derivategli dagli esempi dei dipinti di Ceruti, Ricchi, Barbello, che egli aveva sempre dinanzi agli occhi. La stessa famiglia dell'artista era marcatamente segnata da presenze ecclesiastiche, allo zio si affiancavano infatti il fratello don Giuseppe e don Antonio Piccinelli, cognato. Si può dunque affermare che in simile ambiente familiare, Loverini abbia rappresentato la versione laica, da fedele, di questa devozione.
Nella cultura dell'artista ebbe infatti grande importanza l'elemento religioso; questo è legato alla concomitanza di due fattori: il sistema educativo di matrice austro ungarica, legato all'insegnamento di discipline religiose, e la scansione della vita secondo il calendario articolato intorno a funzioni, celebrazioni, rituali.
Nel 1870 ottenne la medaglia d'argento alla Mostra Provinciale Bergamasca con il dipinto La visita di Milton a Galileo, e con L'Ultimo saluto di Bartolomeo Colleoni alla salma della figlia Medea ottenne il primo premio di 500 lire alla mostra della Carrara.
Nel 1871 a Vienna espose con successo La figlia di Galileo che conforta con la lettura il padre nell'esilio di Arcetri.
Negli anni successivi esegue una serie di opere sacre, a cui alterna dipinti di genere e storici e nel 1887 la grande tela Santa Grata, commissionatagli dalla Diocesi di Bergamo per il giubileo sacerdotale di Papa Leone XIII, venne collocata nella Pinacoteca Vaticana portando il Loverini ai vertici nazionali della pittura sacra. In seguito esegue grandi cicli di affreschi a Trescore e a Pompei e in moltissime Chiese della bergamasca, partecipò a numerose esposizioni nazionali ed estere ottenendo lusinghieri successi, molto attiva fu la sua attività di affermato ritrattista.
Alla morte di E. Scuri partecipò al concorso di direttore della Scuola della Carrara, ma in quell'occasione la Cattedra fu assegnata a Cesare Tallone. Nel 1899, quando Tallone passò alla direzione dell'Accademia di Brera, Loverini occupò il suo posto alla Carrara con decisione unanime della Commissione, direzione che tenne fino alle sue dimissioni nel 1926.
Morì a Gandino nel 1929.
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Cronobiografia completa di Ponziano Loverini in formato pdf (8 pagine) | 132.57 KB |