Franco Radici (Pittore)

Gandino 16 settembre 1930 - 1 settembre 2005

Biografia

Francesco Radici nasce a Gandino (BG) il 16 settembre 1930.
La sua vita è guidata da due grandi passioni: la montagna e l’arte. La prima si manifesta precocemente. A 17 anni, nel 1947, è già socio del CAI, e lo rimarrà per quasi sessant’anni. A cavallo tra gli anni cinquanta e i primi sessanta è protagonista di diverse scalate anche impegnative sulle Orobie e sulle Dolomiti. Dopo aver abbandonato l’alpinismo attivo, entra a far parte della Commissione Culturale del CAI e per diversi anni ricopre il ruolo di redattore dell’Annuario. È stato tra i primi sostenitori del progetto della nuova sede del CAI, l’attuale Palamonti.
La seconda passione, per l’arte, si esplica da una parte nell’insegnamento e dall’altra nello studio e nella divulgazione delle tradizioni culturali ed architettoniche delle Orobie bergamasche. Divenuto titolare della cattedra di Disegno e Storia dell’Arte, Radici ha insegnato all’Istituto Magistrale “Secco Suardo” per venticinque anni, ricoprendo anche il ruolo di Vicepreside. Nella sua prolifica produzione artistica, Radici ha testimoniato l’architettura rustica della tradizione orobica in decine di quadri, ottenuti con la particolare tecnica dello strappo.

Le sue opere sono state esposte in diverse mostre, l’ultima delle quali postuma, nell’autunno del 2006, nella nuova sede del CAI al Palamonti. Innumerevoli sono anche gli schizzi, gli acquerelli e i disegni con cui Radici ha illustrato la sua attività divulgativa delle bellezze e delle tradizioni culturali bergamasche. L’attività editoriale contempla cinque libri, tra cui il rinomato “Roccoli della bergamasca”, in collaborazione con Santino Calegari e il prof. Vittorio Mora, in cui egli ha curato le efficaci illustrazioni a memoria di questa particolarissima architettura rurale tipica delle Orobie.
Radici ha curato inoltre, anche per conto della Provincia di Bergamo, l’edizione di numerosi opuscoli sulla natura, sulle tradizioni e gli itinerari escursionistici delle valli bergamasche, in particolare della Val Imagna e della Val Taleggio. Collezionista e studioso di mappe antiche della bergamasca, Radici ha rivelato per la prima volta al pubblico di Bergamo il valore di questi documenti in una importante mostra nel 1975 al Centro San Bartolomeo di Bergamo.
Parte della sua raccolta sterminata di fotografie e diapositive è stata donata dalla famiglia al Museo ed all’archivio parrocchiale della Basilica del paese natale, Gandino, dove la raccolta è stata ordinata e digitalizzata. Rappresenta una straordinaria testimonianza di usi e costumi, tradizioni, edifici, personaggi famosi del passato (come il celebre pittore gandinese Pietro Servalli). Un efficace strumento “per leggere la storia del nostro presente, e intravedere quella del nostro futuro, dentro la memoria delle cose” (F. Noris). Francesco Radici si è spento a Bergamo, dove viveva, il 1 settembre 2005, all’età di 74 anni.

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Ultima modifica: 

30-07-2015