Vincenzo Rudelli (Primo sindaco di Gandino)
Primo sindaco di Gandino (? - ?)
Biografia
Il prof. Vincenzo Rudelli era docente di matematica all'Istituto tecnico di Bergamo. Attivo elemento della Resistenza, è stato nel 1945 il primo sindaco della Gandino liberata.
Il 30 dicembre 2004 lo Stato d’Israele ha assegnato a lui e ad altri cinque gandinesi (i coniugi Bortolo e Battistina Ongaro, Francesco Lorenzo con Maria Chiara Carnazzi Nodari e Giovanni Servalli) il riconoscimento di “Giusto fra le Nazioni” per l’impegno fattivo mostrato nel salvataggio, in paese e sui monti, di decine di Ebrei rifugiatisi a Gandino e assistiti di fatto dall’intera popolazione. La cerimonia di consegna si svolse il 27 novembre 2005 nel Salone della Valle a Gandino. Così lo rircordava nel 2005 la figlia Lina: «So che mio padre nascondeva gli ebrei d'accordo con altre persone di Gandino. A noi figli ripeteva sempre che bisognava avere rispetto degli ebrei e di tutte le persone. "Ricordatevi che sono esseri umani proprio come noi" ci ripeteva.
Abitavamo a Redona, ma in quel periodo eravamo tornati sfollati a Gandino. Ricordo che gli ebrei venivano ospitati nel nostro roccolo su al Colle delle Monache, ma che qualche volta venivano anche giù in casa in paese». Il roccolo venne poi incendiato dai tedeschi nei giorni in cui si verificò l'episodio della Malga Lunga.”.
Primo sindaco di Gandino
Appena dopo la sua elezione, il 27 aprile 1945, il neo sindaco Vincenzo Rudelli proclamò un breve discorso, conservato nella sua stesura originale nell’Archivio Comunale. Lo riproponiamo ai gandinesi di oggi e di domani, quale semplice ma efficace messaggio di pace e responsabilità.
Gandinesi,
Il Comitato Nazionale di Liberazione, composto di tutti i partiti esclusi i fascisti, mi ha nominato Sindaco del nostro paese. Nell’assumere la carica voglio rispettate la legge, la proprietà, la vita umana. Come passa la tempesta e l’uragano, è passato il tiranno coi suoi manigoldi. Il sole della giustizia e lla libertà splende radioso, foriero di avvenire migliore.
Gandinesi! Non facciamo sciocchezze, non ripetiamo le pagliazziate inutili e vane del 25 luglio 1943.
Che i Sacerdoti, ministri d’amore, intensifichino in questi giorni la loro opera di pace, perché non si sparga più sangue, perché le cose private non siano toccate, che le spose dall’animo mite e buono inducano i loro cari a non fare vendetta, che gli uomini non macchino con onte di sangue il bel nome del nostro caro paese.
E Voi, operai, che mi state tanto a cuore, Voi che avete sofferto soprusi e violenze, che avete patito stenti e dolori, Voi, se avete qualche cosa, venite da me, vi accoglierò come fraello e faremo insieme giustizia di quanto avete sofferto. Ma rispettate la libertà, non passate alla licenza, perché le armi dei nostri eroici partigiani non debbono adoperarsi da voi. Sarò inesorabile nell’adempiere al mio dovere. Voglio la calma, l’educazione, insieme colla giustizia e la libertà.
L’ordine pubblico sarà momentaneamente tenuto dai volenterosi giovani della S.A.P.
prof. Vincenzo Rudelli – Sindaco
Gandino, 27 aprile 1945