Ieri il primo appuntamento per il mais Spinato e lo show cooking, ma il Cluster non è pronto
Così delegazione e chef sono accolti dalle isole Egadi. «Un gemellaggio nel nome di Garibaldi»
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«Italiani?» «No, bergamaschi». O forse siciliani.
Il grande giorno della Val Gandino a Expo Milano inizia all’alba con la facile battuta scambiata con il personale della security agli ingressi e culmina nel caldo, affettuoso abbraccio della Sicilia che unisce Nord e Sud nel segno di Garibaldi e della Città dei Mille. Succede infatti che al Cluster Cereali e Tuberi l’open space (dove lo show cooking made in Bergamo è programmato) nulla è completato. Il rush finale di elettricisti e operai per completare l’allestimento nel fine settimana non è riuscito e la Comunità del Mais Spinato ha rischiato seriamente di rinviare tutto al 1° giugno, quando già è programmato il secondo appuntamento.
«A un attimo di iniziale scoramento – spiega Filippo Servalli, presidente della Comunità del Mais Spinato e coordinatore del protocollo Mais Expo Bergamo – è subito seguito l’entusiasmo della gente di Expo, che ha dato il segno di essere già un’unica grande famiglia».
Nel padiglione della Sicilia
Dal Cluster Cereali, dove il Mais Spinato rappresenta l’Italia al fianco di Bolivia, Zimbabwe, Togo, Congo, Mozambico e Haiti, lo staff bergamasco ha trasferito armi e bagagli al Cluster Bio Mediterraneo, a pochi passi da Palazzo Italia e dall’Albero della Vita. «Siamo stati accolti nel padiglione della Regione Sicilia, dove era in programma la giornata delle isole Egadi con lo show cooking dedicato alle eccellenze di Favignana.
Ci hanno circondato di attenzioni e premure a cominciare da Peppe Giuffré, animatore dell’open space, e Gioacchino Cataldo, ultimo “rais” delle tonnare. Sono emerse amicizie e conoscenze, comuni frequentazioni a Dossena e Comenduno di Albino, la bellezza di Bergamo Alta e l’ideale binomio fra polenta e tonno rosso. Garibaldi e la camicia scarlatta esposta dai gandinesi (a Gandino nel 1860 furono tinte le camicie dei Mille) sono diventati l’assist ideale per lo chef Giampaolo Stefanetti del M1lle Storie e Sapori di via Papa Giovanni a Bergamo, che ha deliziato i visitatori con il suo millefoglie di polenta con baccalà mantecato: «Un’idea per proporre l’intenso sapore del mais spinato in una chiave nuova, ma non per questo meno rispettosa della tradizione orobica, cui dobbiamo credere con convinzione e orgoglio. Abbiamo davvero potenzialità enormi e l’abbraccio che ci hanno riservato gli amici siciliani nell’urgenza di una mattinata a Expo conferma come in cucina il dialogo fra culture sia elemento essenziale per dare alle nostre tipicità la vetrina che meritano».
«Orgogliosi»
A sottoscrivere il concetto arriva dalla platea il sorridente «wonderful» che una turista californiana riserva con perfetta par condicio alla polenta bergamasca e alla pasta con pesto di aromi e pesce spada made in Favignana. L’incontro diventa quasi un gemellaggio, con scambio di saluti e promesse di nuove opportunità a Expo fra il sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto e il delegato al Turismo del Comune di Gandino, Antonio Rottigni.
«Siamo davvero orgogliosi di questa prima uscita – sottolinea Rottigni – cui si aggiunge la sorpresa di vedere indicati Gandino e il suo Mais sul planisfero ufficiale delle varietà d’eccellenza del Cluster Cereali e, soprattutto, di aver scoperto che Slow Food ha scelto lo Spinato per il proprio terreno coltivo al centro del padiglione che domina il decumano. Già si notano i primi germogli e a ottobre ci sarà il raccolto. Per certi versi è la proiezione del lavoro gandinese di questi anni, con volontari e operatori che hanno aperto orizzonti davvero insperati».
La Val Gandino si è presentata a Expo con dotazioni multimediali ben organizzate: un sito (e relativi opuscoli) in inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, arabo e cinese, una app con migliaia di pagine dedicate alle attrazioni turistiche ed enogastronomiche, una serie di video che illustrano i campi di mais e i gustosi prodotti della filiera. Arriva anche il sindaco di Pantelleria Salvatore Gino Gabriele, che manco a dirlo segnala Bergamo e l’ex atalantino e assessore Fabio Rustico, di casa sull’isola. Il mondo è piccolo… e Bergamo ovunque è di casa.
Facciamone tesoro: polentoni si può scrivere, con orgoglio, con la P maiuscola.
La sorpresa dei bambini
«Vien voglia di tornare» Il popolo del primo lunedì di Expo, dopo i primi tre giorni inaugurali, è soprattutto quello dei ragazzi delle scuole. Alle 10, all’apertura dei cancelli sciamano a migliaia nel decumano sino ad allora animato da volontari e personale dei padiglioni a caccia di selfie e amicizie. Ogni gruppo ha scelto un segno distintivo facilmente riconoscibile: magliette arancioni, foulards verdi, pettorine rosse. Inconfondibile un gruppo, articolato in più classi con vistosi cappellini gialli.
È composto dai circa 500 alunni delle scuole di Gandino, Cazzano Sant’Andrea e Casnigo, che hanno avuto il privilegio, dopo un percorso didattico dedicato al mais Spinato, di poter fare da apripista ai colleghi di ogni angolo d’Italia. «Nelle ultime settimane sembravano crescere timori e paure – sottolinea Laura Pezzotta, coordinatrice gandinese del progetto didattico – che si sono invece dissolti non appena siamo entrati fra i padiglioni attraverso l’ingresso di Cascina Merlata che si affaccia su Cardo. I bambini sono stati naturalmente stupiti dalle architetture avveniristiche, ma anche piacevolmente colpiti dalla sensazione di benessere.
Nessuno pensi a una fiera caotica oppure a una folla tremenda: gli spazi sono ampi, rilassanti. Si è pervasi da una positiva voglia di scoprire, senza frenesie o urgenze logistiche. Questo ha favorito anche i bambini più piccoli, che sono stati letteralmente rapiti dalle proposte di alcuni padiglioni». Giustificato l’orgoglio di molti alunni extracomunitari, che hanno mostrato agli amici il padiglione del proprio Paese, fermandosi a dialogare con il personale in arabo e albanese. «Noi abbiamo scelto la Colombia – sottolinea un’insegnante della primaria di Casnigo – e ne siamo rimasti rapiti. Viene la voglia di ritornare e di non svelare troppo a chi ha programmato la visita nei prossimi giorni: il gusto della scoperta e lo stupore sono in molti casi elemento costituivo delle aree espositive».
Legittimo l’orgoglio per la presenza del mais gandinese, ma anche per tante presenze «made in Bergamo»: lo stand di Gromo fra i «Borghi più belli d’Italia », il padiglione dell’acqua Sanpellegrino, oppure quello originalissimo della Gewiss di Cenate, all’insegna del «sentirsi a casa». A dir poco indovinato.