Gandino: apre domani il Museo dedicato alla congregazione
Opere d'arte, ma anche la vita missionaria dal Brasile all'Etiopia
«Celebrare vuol dire avere un passato che rivive nel presente per animare di speranza il futuro». Con queste parole le Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino annunciavano nel dicembre 2008 le celebrazioni per il 150° anniversario del riconoscimento dell'istituto. Ora quell'auspicio trova compimento in un'importante realizzazione: un Museo antologico ospitato nel convento di Gandino, che sarà inaugurato domani alle 16.
Nelle ampie sale collocate sopra la portineria di via Castello sono ricostruiti due secoli di storia dell'Istituto delle Orsoline, fondato a Gandino il 3 dicembre 1818 da don Francesco Della Madonna. Il 19 luglio 1858 il vescovo di Bergamo Pietro Luigi Speranza emise di decreto di approvazione canonica della «Congregazione di Orsoline sotto la protezione della Beata Vergine Maria concepita senza macchia originale» nominando superiora madre Maria Bona Rovelli. Il vescovo Speranza si recò a Gandino il successivo 26 luglio per la professione religiosa di 19 suore, tre delle quali già presenti alla fondazione nel 1818.
Le Orsoline oggi hanno la propria casa generalizia a Bergamo in via Masone e sono presenti in ogni parte del mondo: Brasile, Argentina, Polonia, Kenya, Eritrea ed Etiopia. Nell'ambito delle celebrazioni giubilari le Orsoline di Gandino hanno promosso nel 2008, insieme alla Comunità montana Valle Seriana, l'edizione di un libro dedicato al contributo delle suore all'emancipazione femminile in Valle Seriana.
Progettista e curatore del nuovo museo è Silvio Tomasini, rettore del Museo della basilica, coadiuvato da un comitato promotore presieduto da suor Carlita Nicoli, madre generale dell'Istituto, e di cui sono parte anche madre Grata Sirtoli, superiora della casa di Gandino, e suor Lucia Rossi, economa della stessa casa.
«La prima sezione del museo – spiega Tomasini – racconta la storia delle Orsoline attraverso opere d'arte, oggetti di uso quotidiano, ricostruzioni di ambienti e documenti. Una seconda sezione è dedicata allo slancio missionario della congregazione, con materiali provenienti da diversi Paesi del mondo, introducendo un originale elemento etnografico all'interno della visita. Segue uno spazio dedicato a opere di arte sacra, di cui l'istituto è stato committente e custode nei secoli. Una piccola ma interessante pinacoteca raccoglie dipinti e opere scultoree dal XV al XX secolo, tra cui spicca una rarissima Madonna della Misericordia di ambito bergamasco della fine del XV secolo. Da citare anche una Sacra Famiglia con San Giovannino e San Francesco d'Assisi, opera del veneto Paolo Piazza e l'Immacolata del pittore Francesco Coghetti. Tra le sculture, la Madonna in marmo di Carrara del bergamasco Benzoni e un "Ecce Homo" ligneo di Pietro Bussolo del XV secolo. È importante sottolineare come il museo offra nuove sinergie con le realtà espositive già presenti a Gandino».
I festeggiamenti inaugurali avranno inizio stasera alle 20,45 con il concerto «Musica sotto il chiostro» che si terrà nelle suggestive cantine del convento. Domani alle 16 la presentazione del progetto e l'inaugurazione. Sarà presente il vicario generale della Diocesi, don Davide Pelucchi, che ritorna a Gandino dove fu curato dell'oratorio, per la prima volta dopo la nomina. Alle 20,30 nella chiesa dei Santi Carlo e Mauro il concerto conclusivo: un'elevazione musicale per quintetto d'archi, quartetto vocale e organo a cura dell'ensemble «Sine Nomine» diretto da Fabio Piazzalunga. Verranno proposte musiche di Antonio Vivaldi e un repertorio di musiche natalizie.