I frati Minori Cappuccini confermano l'autenticità del saio

Il decreto vescovile che attesta l'autenticità del saio

Su precisa indicazione del prevosto mons. Zanoli sono stati esperiti tutti gli accertamenti per appurare l’autenticità dei documenti relativi alla donazione e quindi l’autenticità della reliquia stessa.

I contatti diretti con Padre Marcello Lepore, archivista e storico presso il convento dei Cappuccini dell’Immacolata in Foggia, hanno confermato gli elementi in possesso della parrocchia. Padre Marcello ha infatti affermato che Padre Ignazio è “fonte attendibilissima” ed “è morto in odore di santità”; ha pure ricordato che alcuni suoi documenti sono citati in qualità di fonte anche da Enrico Malatesta nella sua monumentale opera in due volumi “Padre Pio, la vita, i miracoli”, considerata da molti studiosi uno dei saggi più completi e approfonditi sulla figura del santo.
A marzo è stata comunicata l’avvenuta donazione a Padre Francesco, responsabile del museo di Padre Pio in Pietrelcina e custode di alcune delle più importanti reliquie del Santo, tra le quali un altro saio.
Egli ha provveduto a darne comunicazione al Padre Provinciale e alla Commissione Reliquie che non hanno posto ostacoli alla pubblica esposizione del saio.
Successivamente mons. Zanoli ha provveduto a istruire presso la Curia Vescovile di Bergamo la pratica necessaria ad ottenere il riconoscimento della reliquia da parte dal Vescovo e quindi l’autorizzazione ad esporla alla pubblica venerazione.
In data 9 maggio il Cancelliere vescovile, don Gianluca Marchetti, ha ufficialmente confermato il positivo esito delle indagini effettuate dalla Curia presso la Postulazione Generale dei Frati Minori Cappuccini e presso il Convento dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo (FG), confermando che “il saio donato alla Parrocchia di Gandino a tutti gli effetti può considerarsi una Reliquia di S. Pio da Pietrelcina e sarà per questo conservato in Basilica”.

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Ultima modifica: 

21-04-2015