L'organo Adeodato Bossi-Urbani della Basilica di S. M. Assunta in Gandino

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La storia, il restauro, la ricostruzione dell'organo storico del 1859
Testi di Giosuè Berbenni, Claudio Bonizzi, Mario Carrara, don Francesco Ghilardi
87 pagine, 1994

Presentazione

La comunità di Gandino vanta una ricca storia di realizzazioni di grande rilievo che hanno dato vita, nel decorrere degli anni, alla formazione di quel ricco patrimonio storico - artistico che ne è ancora oggi un vanto e una chiara testimonianza che trova nel Museo della Basilica l'espressione più preziosa e prestigiosa.

Questo amore alle cose belle e alla decorosa magnificenza dei luoghi più significativi della vita comunitaria è una costante che si è manifestata non solo nella passione di accrescere, ma anche nell'impegno incessante di conservare nel modo migliore questo patrimonio, perché continuasse ad esser goduto e fruito nel pieno della sua bellezza e della sua efficienza.

Questo conferma quanto sia maturata la coscienza che la salvaguardia e la tutela del patrimonio artistico sono un dovere e un servizio irrinunciabili per una comunità, se si vuole che anche le generazioni susseguenti continuino ad avvalersi delle grandi e magnifiche opere del passato.

Inserito in questo spirito c'è tutto l'impegno profuso dalla comunità per ricuperare al suo primitivo splendore e rendimento l'organo posto al lato sinistro della Basilica (mentre rimane ancora in attesa di restauro quello posto al lato destro, essendo la Basilica di Gandino una delle pochissime chiese in Italia a possedere due monumentali organi distinti).

In queste pagine troverete tutti i dati tecnici che descrivono una delle più belle e prestigiose realizzazioni della nostra comunità, insieme a tutte le indicazioni che aiutano a capire l'opera di restauro svolta; ma soprattutto troverete, dopo una scheda illustrativa della Basilica, tutte quelle notizie storiche che raccontano la vita dell'organo, con i restauri, i rifacimenti e i nomi dei musicisti, alcuni di grande fama, che si sono succeduti alla consolle, in grandi con: certi come nel servizio quotidiano alla liturgia.

Il restauro, affidato alla Pontificia Fabbrica di Organi Inzoli dei fratelli Bonizzi di Ombriano di Crema, attraverso un lavoro accurato, fedele e intelligente, ha riportato l'organo alle caratteristiche originarie e questo permetterà sia di gustarne tutta la ricchezza di suoni e di tonalità, e sia di aiutare lo spirito ad elevarsi a quelle gioie intime a cui la musica d'organo sa portare, come si legge al n. 120 della Sac. Con.: Wella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti".

Salvare queste opere significa dunque non solo conservare i segni delle grandi capacità e possibilità dell'ingegno e dello spirito umano, ma anche compiere un gesto di amore e di riconoscenza verso chi ci ha preceduto e ci ha donato ricchezze tanto grandi.

L'opera che inauguriamo il 19 novembre 1994 è quindi espressione di una comunità che, mentre si riconosce e si radica in un suo ricco passato, è nello stesso tempo in fiduciosa tensione verso il futuro, a cui indirizza le nuove generazioni affidando loro questi segni validi di speranza nella grandezza e nella ricchezza dello spirito umano.

Va inoltre detto che l'impegno profuso è stato finalizzato anche a valorizzare un'opera la cui importanza va ben oltre il puro fatto locale, collocandosi infatti fra quelle realizzazioni che si segnalano ai livelli più alti, nazionale ed oltre.

Ecco perché l'inaugurazione è per me motivo di grande soddisfazione e di ansiosa attesa di poter gustare le prestazioni di questo organo che subito dopo il mio ingresso in parrocchia è stato smontato per il restauro.

Per tutto questo mi sento veramente grato alla comunità gandinese che si sta come sempre adoperando magnificamente per sostenere i pesanti oneri della restaurazione delle sue numerose opere d'arte.

Un grazie in particolare va al mio predecessore mons. Alessandro Recanati, per il grande impegno profuso per anni per arrivare al progetto di restauro e ottenerne tutti i relativi permessi.

Grazie di tutto cuore al dott. Gíosuè Berbenni, commissario della Soprintendenza per la tutela degli organi artistici, per la grande competenza e la generosa e paziente collaborazione con cui ha seguito i lavori e ultimamente la preparazione di questo numero unico.

Tantissima riconoscenza va alla commissione creata in seno alla Corale L. Canali di Gandino; trascinata dall'infatica bile sig. Botta e dal m.o Pedroncelli, è costantemente impegnata nella raccolta di fondi per il restauro.

Un grazie cordiale alla Commissione per gli organi della Curia, per l'interessamento premuroso con cui ha seguito tutte le pratiche e i lavori di restauro.

Un grazie infinito a don Francesco Ghilardi; la sua minuziosa conoscenza di tutti i documenti dell'archivio e la sua passione per la storia locale ci hanno offerto tutte le notizie storiche di cui abbiamo potuto disporre.

Grazie infine all'Assessorato alla Cultura del Comune di Gandino, che ha apprezzato e condiviso il valore civico dell'opera di restauro ed ha dato un contributo per la sua realizzazione.
 

Il prevosto Milesi don Gian Pietro

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musica, organo
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