Un carattere per gli Italiani

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Gio, 31/05/2018 - 20:45
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Nel 70esimo della nostra Costituzione ed in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno

Dalla guerra e dai monti alla Costituzione contro ogni indifferenza, nel racconto di Gabriele Laterza.

Riascoltare alcune voci del recente passato che parlano di Fascismo, Seconda guerra mondiale, Resistenza e Costituzione. Riascoltare voci ancora attuali, sorprendentemente attuali: per riflettere sulla necessità di superare ogni indifferenza anche rispetto alle problematiche civili del nostro tempo. La lezione spettacolo si apre con le parole di Pietro Gobetti, che in un suo testo del 1922 mette a fuoco le origini del Fascismo nella immaturità politica degli Italiani. Sono tre testi di Salvatore Quasimodo tratti dalla raccolta Giorno dopo giorno del 1947 a offrire, poi, attraverso il linguaggio della poesia, l’immagine di distruzione e morte portata dalla Seconda guerra mondiale: la poesia non poteva più rimanere in disparte, anche i poeti dovevano “rifare l’uomo”, come scrisse Quasimodo, dovevano cioè tornare ad impegnarsi civilmente.

Strettamente collegate alla guerra, le vicende della Resistenza, che nello spettacolo trovano spazio attraverso il racconto della tragica vicenda dei sette fratelli Cervi, fucilati insieme a Reggio Emilia, per rappresaglia, il 28 dicembre del 1943: il padre Alcide Cervi, con le figlie e i nipoti, dopo la guerra  fece rinascere quanto era stato distrutto, dando un esempio di dignità, di coraggio e di impegno civico a tutti gli Italiani.

Nello spettacolo Laterza propone poi due discorsi pronunciati con vibrante passione etica da Piero Calamandrei: il primo nel corso dei lavori nell’Assemblea Costituente nel 1946, il secondo a Milano nel 1955, a degli studenti liceali e universitari. Nelle parole di Calamandrei la Costituzione risulta il frutto della migliore storia italiana passata e recente, ma viene indicata anche come una Carta che non deve rimanere vuota forma: solo con l’impegno di tutti può garantire libertà e democrazia, oltre che solidarietà sociale.

I testi raccontati e letti in forma scenica da Laterza vogliono ricordare, questo è il filo dello spettacolo, come in un Paese troppo spesso indifferente rispetto alla cosa pubblica ci siano tuttavia stati e ci siano ancora oggi uomini, convinti assertori di moralità, dignità, e quindi di impegno civile a favore dell’Italia e che per questo hanno rappresentato e rappresentano un carattere per gli Italiani.

Gabriele Laterza da un decennio è autore di progetti artistico-culturali, in cui è narratore e voce recitante.  Nel progetto Parole note è affiancato di volta in volta da uno o più musicisti, come Savino Acquaviva, Fabio Alberti, Stefano Bertoli, Tiziana Moneta, Fabio Piazzalunga Gabriele Rota, Mario Rota e Giuliano Todeschini,. Con il progetto Ad alta voce (di cui la serata è parte integrante)  Laterza racconta e legge in forma scenica i classici di ogni epoca: convinto che ci sia bisogno di tornare all’uomo, per diffondere un rinnovato umanesimo.

Sempre con un’amplia partecipazione di pubblico e la costante attenzione della stampa, i singoli spettacoli sono stati realizzati nelle sedi più note di Bergamo, la città in cui Laterza vive, come la Sala Tremaglia del Teatro Donizetti, la Sala Piatti e la Casa Natale di Donizetti in Città Alta, la Basilica di Sant’Alessandro in Colonna, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, l’ex Monastero di Astino.

Fra le sedi non locali, particolarmente importanti sono stati eventi realizzati a Vicenza, Bobbio e  al Teatro Dal Verme di Milano.  Gabriele Laterza, laureato con lode in Lettere all’Università degli Studi di Parma, si è per qualche anno dedicato alla ricerca,  collaborando con la sua Università e con una rivista specializzata: è stato quindi autore di alcune pubblicazioni.  Vincitore di concorsi a cattedra, è docente di Lettere in un Liceo scientifico e insegna per Terza Università di Bergamo. Collabora con l’Università di Bergamo.

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webmaster il 23-04-2018