Salvarono gli ebrei dall'odio nazista: riconoscimento da Israele
Verrà premiato l'atto di coraggio di un gruppo di gandinesi che, durante la Seconda guerra mondiale, rischiando la propria vita e quella dei propri cari, hanno salvato dall'odio nazista gli ebrei rifugiati in Valle Seriana.
È stata annunciata per domenica 27 novembre, nel salone della Valle a Gandino, la cerimonia della consegna ufficiale dei riconoscimenti di «Giusti fra le nazioni» che lo Stato d'Israele ha assegnato ad alcuni gandinesi che hanno offerto aiuto e ospitalità agli ebrei perseguitati nel corso della Seconda guerra mondiale.
La cerimonia si svolgerà alle 11, alla presenza del sindaco Gustavo Maccari, delle autorità locali e provinciali e del delegato dell'Ambasciata d'Israele a Roma, Shai Cohen.
«Giusti fra le nazioni» è il massimo riconoscimento che gli ebrei assegnano a coloro che si sono opposti all'Olocausto. E infatti la motivazione recita semplicemente: «Per l'aiuto reso a persone ebree durante il periodo dell'Olocausto mettendo a rischio la propria vita».
L'Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell'Olocausto Yad Vashem è stato istituito dal Parlamento israeliano nel 1953 al fine di commemorare i sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori, tramandando la memoria dell'Olocausto alle future generazioni affinché il mondo non ne dimentichi l'orrore e la crudeltà.
I compiti principali di Yad Vashem sono la commemorazione e la documentazione degli eventi dell'Olocausto, la ricerca e l'educazione.
Il massimo onore andrà alla memoria di Bortolo e Battistina Ongaro, di Vincenzo Rudelli (già sindaco di Gandino), Giovanni Servalli, Francesco Lorenzo e Maria Chiara Carnazzi Nodari. I loro nomi con fotografie saranno inseriti sulla «Parete d'onore dei Giusti» a Yad Vashem a Gerusalemme.
A perorare la citazione per i gandinesi è stata la signora Marina Löwi, attualmente residente negli Stati Uniti e ospitata da bimba insieme alla madre e al fratello dalla famiglia Ongaro.
Marina Löwi ha scritto una lunga lettera ai gandinesi indirizzata al sindaco Gustavo Maccari: «Abbiamo ricevuto rifugio a Gandino da gente eroica. Anche loro intrappolati nella tempesta della tirannia nazista... Per questo per tutta la mia vita sono stata così grata alle persone che hanno dato rifugio a una giovane mamma con due bambini dai furori razzisti». Nel 1948, nel terzo anniversario della Liberazione, gli ebrei profughi a Gandino (si calcolano in almeno una sessantina) consegnarono all'allora sindaco Zilioli una pergamena di ringraziamento, ancor oggi esposta al municipio, su cui si legge: «Gli ebrei che in questo Comune ebbero rifugio e il bene supremo di salvare la vita, ricordano con commossa riconoscenza e perenne gratitudine quanti tra i generosi abitanti di questo Comune furono loro prodighi di cure e di aiuti, spesso a rischio di compromettere per sempre il loro stesso avvenire. Possa tale nobile esempio in questo mondo ancora travagliato da odi inumani e sconvolto da chi antepone tuttora l'interesse alla morale, essere di monito ai presenti e da guida alle generazioni future».
È stata annunciata per domenica 27 novembre, nel salone della Valle a Gandino, la cerimonia della consegna ufficiale dei riconoscimenti di «Giusti fra le nazioni» che lo Stato d'Israele ha assegnato ad alcuni gandinesi che hanno offerto aiuto e ospitalità agli ebrei perseguitati nel corso della Seconda guerra mondiale.
La cerimonia si svolgerà alle 11, alla presenza del sindaco Gustavo Maccari, delle autorità locali e provinciali e del delegato dell'Ambasciata d'Israele a Roma, Shai Cohen.
«Giusti fra le nazioni» è il massimo riconoscimento che gli ebrei assegnano a coloro che si sono opposti all'Olocausto. E infatti la motivazione recita semplicemente: «Per l'aiuto reso a persone ebree durante il periodo dell'Olocausto mettendo a rischio la propria vita».
L'Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell'Olocausto Yad Vashem è stato istituito dal Parlamento israeliano nel 1953 al fine di commemorare i sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori, tramandando la memoria dell'Olocausto alle future generazioni affinché il mondo non ne dimentichi l'orrore e la crudeltà.
I compiti principali di Yad Vashem sono la commemorazione e la documentazione degli eventi dell'Olocausto, la ricerca e l'educazione.
Il massimo onore andrà alla memoria di Bortolo e Battistina Ongaro, di Vincenzo Rudelli (già sindaco di Gandino), Giovanni Servalli, Francesco Lorenzo e Maria Chiara Carnazzi Nodari. I loro nomi con fotografie saranno inseriti sulla «Parete d'onore dei Giusti» a Yad Vashem a Gerusalemme.
A perorare la citazione per i gandinesi è stata la signora Marina Löwi, attualmente residente negli Stati Uniti e ospitata da bimba insieme alla madre e al fratello dalla famiglia Ongaro.
Marina Löwi ha scritto una lunga lettera ai gandinesi indirizzata al sindaco Gustavo Maccari: «Abbiamo ricevuto rifugio a Gandino da gente eroica. Anche loro intrappolati nella tempesta della tirannia nazista... Per questo per tutta la mia vita sono stata così grata alle persone che hanno dato rifugio a una giovane mamma con due bambini dai furori razzisti». Nel 1948, nel terzo anniversario della Liberazione, gli ebrei profughi a Gandino (si calcolano in almeno una sessantina) consegnarono all'allora sindaco Zilioli una pergamena di ringraziamento, ancor oggi esposta al municipio, su cui si legge: «Gli ebrei che in questo Comune ebbero rifugio e il bene supremo di salvare la vita, ricordano con commossa riconoscenza e perenne gratitudine quanti tra i generosi abitanti di questo Comune furono loro prodighi di cure e di aiuti, spesso a rischio di compromettere per sempre il loro stesso avvenire. Possa tale nobile esempio in questo mondo ancora travagliato da odi inumani e sconvolto da chi antepone tuttora l'interesse alla morale, essere di monito ai presenti e da guida alle generazioni future».
Data di inserimento:
17-11-2005