Colture letteralmente devastate e una stagione seriamente compromessa.
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Il violento nubifragio che mercoledì 13 luglio ha colpito la Val Gandino ha creato gravi danni per il prezioso Mais Spinato: colpite varie zone delle aree coltivate certificate a Gandino, Cazzano Sant’Andrea, Leffe, Peia e Casnigo. La furia degli eventi (che già aveva minato in maniera importante le fasi appena successive alla semina la scosa primavera) si è scatenata in particolare attraverso una grandinata, con chicchi del diametro superiore ai sei centimetri e accumuli vicini al metro di altezza. Ad amplificare gli effetti dell’anomalo evento atmosferico c’è da considerare anche la particolare violenza con cui la precipitazione si è abbattuta su centri abitati e campi.
Fortunatamente non si registrano danni alle persone, ma per i campi le speranze sono davvero poche. Le piante di Mais Spinato, nel pieno della loro crescita, sono state scarnificate e letteralmente spezzate dalla grandine e la crescita delle pannocchie è ampiamente compromessa se non impossibile per larga parte dei campi. Danni rilevanti anche per i campi-guida legati al Metodo Biointensivo, dove oltre al Mais Spinato vengono coltivate varie specie ortive. Va ricordato che il Mais Spinato di Gandino è stato inserito (primo in Lombardia) nel Registro Nazionale delle Varietà di Conservazione e che il Metodo Biointensivo ha trovato proprio in Val Gandino uno dei maggiori centri europei di sviluppo.
«Un durissimo colpo – sottolinea Filippo Servalli, presidente della Comunità del Mais Spinato di Gandino - per l’attività dei nostri agricoltori e di tanti hobbisti, che arriva in un momento cruciale per l’attività della Comunità del Mais Spinato. Proprio in questi giorni abbiamo definito i programmi esecutivi per le iniziative che dal prossimo autunno e per tutto il 2017 caratterizzeranno la nostra attività, considerando fra l’altro che siamo fra i primi partners di East Lombardy – Bergamo Capitale Europea della Gastronomia 2017». In queste ore è in corso una prima valutazione dei danni, con sopralluoghi diretti nei terreni coltivi.