Il ricordo di Domenico ed Enrico vive sul sentiero del monte Farno

Gandino, il Cai ha dedicato loro l’itinerario 549 che sale alla Capanna Ilaria
«Hanno donato tempo e passione per far sì che altri potessero guardare in alto»

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16/06/2014
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Domenico Capitanio ed Enrico Villa con la maglietta del Cai
La benedizione della targa che verrà collocata in località Girù

Gioia e commozione, sciolte in un corale abbraccio e in un semplice omaggio floreale per il compleanno di Laura, figlia di Domenico. La grande famiglia del Club alpino italiano di Bergamo si è ritrovata ieri a Gandino per ricordare Enrico Villa e Domenico Capitanio, impegnati ai massimi livelli nelle attività dell’associazione e morti nell’ottobre 2013 sul Resegone in un tragico incidente alpinistico.
L’occasione era data dal tradizionale ritrovo alla tribulina della Guazza organizzato dal Cai Valgandino, che causa l’incertezza del meteo si è tenuto nel salone principale della ex colonia delle Orsoline sul monte Farno. Il programma era imperniato sulla dedicazione a Domenico ed Enrico (deliberata a primavera dall’assemblea del Cai Valgandino) del sentiero 549, che dalle pendici del Farno si sviluppa per complessivi cinque chilometri, sino alla Capanna Ilaria. «Enrico e Domenico – ha spiegato senza trattenere la commozione Eugenio Zanotti della commissione sentieri – percorsero questo sentiero il 22 settembre dello scorso anno, dieci giorni prima del fatale incidente, per partecipare all’incontro intervallare fra alpini e Cai».
A caratterizzare la mattinata è stata la Messa celebrata dal prevosto di Gandino, don Innocente Chiodi. «La festa della Santissima Trinità – ha detto don Innocente – ci ricorda un dialogo, una relazione d’amore. Ci invita a guardare nell’alto dei cieli, così come fanno le croci che punteggiano le vette dei nostri monti. Enrico e Domenico hanno donato tempo e passione per far sì che molti altri potessero “guardare in alto”, verso un Padre che non ha tenuto per sé nemmeno il suo Figlio unigenito ».

Una targa in località Girù
Il salone della ex colonia era particolarmente gremito, punteggiato dalle divise rosse dei soci del Cai Valgandino che hanno portato il proprio saluto per voce del neopresidente Antonio Castelli. Piermario Marcolin, presidente del Cai Bergamo, in una preghiera ha sottolineato le parole del Salmo 23: «Chi salirà il monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro…», ribadendo in un successivo intervento la necessità di «ricordare attraverso l’impegno nelle attività sociali lo spirito di due grandi amici della montagna». Don Chiodi ha benedetto la targa che verrà posta in località Girù, all’inizio di quello che d’ora in poi sarà il «Sentiero di Domenico e Enrico». Su di essa, inciso in poche parole, il senso di un ricordo: «…discreta e fraterna era la vostra amicizia».
Presentate anche due fotografie che verranno esposte l’una nella sede del Cai Valgandino, l’altra presso la Baita del Monte Alto sopra Gandino, dedicata all’alpinismo giovanile, per la quale Domenico ed Enrico non fecero mancare il proprio appoggio. In prima fila per la commemorazione c’erano Claudio, Gabriella ed Elena Villa (genitori e sorella di Enrico), Laura ed Elena Capitanio, figlie di Domenico, con il nipote Fabio.
Le vedove dei due alpinisti, Mariagrazia e Maria, non presenti alla mattinata sul Farno, hanno inviato messaggi di ringraziamento. L’omaggio floreale a Laura e il pranzo in compagnia hanno chiuso in amicizia la mattinata: il ricordo di Enrico e Domenico è sempre vivo.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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