Storia di Gandino e della sua Valle - Il Quattrocento

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Storia di Gandino e della sua Valle III - Il Quattrocento - tomo I
Pietro Gelmi, Battista Suardi
777 pagine, ottobre 1996
Con allegato il volumetto "Memorie valgandinesi del Cinque-Seicento"

Prefazione

Primo in ordine di apparizione e terzo nel piano editoriale dell'opera, il volume Storia di Gandino e della sua Valle - Il Quattrocento avrebbe dovuto limitarsi a un solo tomo, anche se di dimensioni superiori alla media. Nel corso della stesura, però, l'abbondanza delle fonti documentarie reperite negli archivi e nelle biblioteche, locali e non, congiunta alla complessità dei problemi analizzati, ha consigliato la distribuzione degli argomenti in due tomi. Attualmente solo il primo viene consegnato alle stampe; l'altro - non meno corposo - seguirà quanto prima. Nel presente lavoro vengono affrontati gli eventi militari e politici della penisola italiana nel corso del secolo XV, visti e studiati in rapporto ai riflessi indotti sulla vita della comunità di valle. Macrocosmo nazionale e microcosmo locale: due aspetti inscindibili di un'identica realtà storica, che interagiscono e si illuminano a vicenda. Sostanzialmente è la prima delle quattro parti in cui sarà suddiviso ciascuno degli otto volumi che costituiscono l'intera opera: Gli eventi; Società e istituzioni; La vita religiosa; Mentalità collettiva e bagaglio culturale. Il Mondo economico costituisce, invece, una quinta parte a se stante, presente solo nei volumi dedicati al Trecento, al Cinquecento, al Settecento e al Novecento. Questo perché le dinamiche e i fenomeni presi in esame hanno un respiro tale da non poter essere racchiusi entro ambiti temporali troppo ristretti.

La stesura della prima parte ha comportato la soluzione di un grosso dilemma. Esporre i fatti e gli eventi di portata generale congiuntamente a quelli di rilevanza locale in un discorso unico oppure separare le due serie parallele di fenomeni, affrontandole e illustrandole distintamente, pur con i necessari richiami e collegamenti? Nel primo caso si sacrificava la chiarezza e la linearità del discorso a vantaggio della sua organicità; nel secondo si rinunciava a questa per rendere la trattazione più agevole e meno dispersiva. Tenuto conto delle caratteristiche dell'opera, si è optato per la seconda soluzione.

Premesso che il periodo storico esaminato è stato ripartito in cinque grossi capitoli, corrispondenti a quelle che - a nostro avviso - sono le fasi che hanno caratterizzato l'intero secolo, ciascuna con propri caratteri peculiari, nella successiva ripartizione in paragrafi si è proceduto secondo un criterio di alternanza. In tal modo nei paragrafi di numero dispari vengono analizzati i fatti e gli eventi a rilevanza regionale, nazionale o addirittura europea,

che costituiscono l'indispensabile quadro dì riferimento, nel quale le vicende locali si inseriscono e acquistano significato. Una storia della Val Gandino, circoscritta al piccolo mondo geograficamente chiuso entro la cerchia dei suoi monti e amministrativamente limitato ai comuni che ne fanno parte, non avrebbe alcun senso. Le vicende, i comportamenti degli uomini e l'evoluzione dei fenomeni sociali, economici e amministrativi non trovano una spiegazione plausibile e convincente, se non vengono riferiti a realtà più ampie e collocati entro flussi di più vasta portata. Pertanto, quando nei paragrafi di numero pari si prendono in esame gli aspetti locali, la loro dimensione storica acquista corpo e spessore proprio perché è collocata in una prospettiva di carattere generale.

Nella presente monografia si è fatto larghissimo uso di materiale archivistico, in gran parte inedito, che si ritrova trascritto, integralmente o per estratto, nell'ampio apparato di note collocato alla fine di ogni capitolo, con la scrupolosa indicazione della provenienza. Per la trattazione degli argomenti di carattere generale ci si è, inoltre, avvalsi di monografie specifiche, nonché di studi e ricerche pubblicati su riviste specializzate, che vengono parimenti citati in nota, senza la minima presunzione di avere in tal modo esaurito la copiosa bibliografia esistente sull'argomento. Il ricorso a cronache e a diari coeví, quali fonti documentarie, è in genere ristretto all'area veneziana o viciniore, ma non per questo si sono trascurate le altre regioni, quando la materia lo richiedeva. Spesso si tratta di materiale inedito di notevole interesse, che viene ampiamente riportato nelle note per comodità del lettore. Non mancano, poi, le citazioni da cronache già pubblicate, molte delle quali ormai di difficile reperimento. Per quanto riguarda il corredo iconografico, considerate le caratteristiche dell'opera, ci si è limitati all'essenziale, privilegiando nella scelta le incisioni tratte da incunaboli e cinquecentine, cioè da pubblicazioni molto vicine al periodo storico preso in esame.

Come gli altri volumi, che in prosieguo di tempo vedranno la luce, Il Quattrocento è un lavoro di pura ricerca, e pertanto non ha le caratteristiche delle opere divulgative. Al contrario la lettura non risulterà né facile né agevole per gli inevitabili rimandi a note e commenti, per le frequenti e necessarie digressioni di carattere generale e per la minuzia dei particolari. Gli autori intendono rivolgersi al pubblico ristretto degli studiosi e degli appassionati di storia locale, ai quali vogliono offrire punti fermi e stimoli per future ricerche, nella consapevolezza che motto resta ancora da scoprire. Al tempo stesso però - non per presunzione, ma per onestà intellettuale - hanno più volte messo in evidenza e confutato non pochi luoghi comuni, che risultano assolutamente privi di fondamento storico e che hanno finito con lo stravolgere la verità dei fatti. Recepiti e tramandati da numerose pubblicazioni di storia locale, costituiscono una sorta di incrostazione che non consente di scindere la realtà dalla fantasia, causando non poca confusione nel lettore più sprovveduto.

Pietro Gelmi
Battista Suardi

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