La moquette Giotto della Pietro Radici si afferma come miglior prodotto dell'anno e per il design Il filato Fluffy ideato dalla Martinelli Ginetto selezionato a livello internazionale per l'innovazione
Doppio premio all'innovazione bergamasca al Domotex, principale fiera internazionale del settore tappeti che si è svolta il mese scorso ad Hannover. Il Tappetificio Pietro Radici (marchi Sit-In e Due Palme) di Cazzano Sant'Andrea e la Martinelli Ginetto di Casnigo hanno vinto rispettivamente tra i produttori di moquette e tra quelli di filo la competizione indetta ogni anno da «Wools of New Zealand», marchio internazionale che certifica la provenienza e la qualità delle migliori lane per tappeti.
Nel settore moquette il Tappetificio Radici ha vinto due premi, quello per il miglior prodotto in assoluto per il 2005 e quello per il miglior design, con «Giotto», tessuto a doppia struttura in lana riccio e velluto. Tra i produttori di filo invece il riconoscimento più prestigioso, quello all'innovazione, è andato alla Martinelli Ginetto di Casnigo che si è imposta con «Fluffy», un filo fantasia, 100% lana, che sfrutta particolari tecnologie per creare un effetto velluto all'interno di una costruzione a riccio.
Il «Giotto» del Tappetificio è «un prodotto con colori a contrasto e combinazioni particolari». «Lo abbiamo pensato in particolare per il mercato americano dove stiamo registrando una grande espansione delle vendite - spiega Marco Bucarelli, direttore commerciale e marketing del Tappetificio -. Di fatto è sempre più importante avere un prodotto valido sotto tutti gli aspetti, quindi qualità unita a design e a costruzioni particolari. Stiamo in particolare proseguendo sulla strada aperta tre anni fa con il lancio della prima combinazione tra struttura a riccio e a velluto a costruzione jacquard, quindi con un disegno creato a telaio e non stampato, con un effetto in rilievo».
Il Tappetificio, che conta 280 dipendenti, ha accentrato a Cazzano l'anno scorso la produzione di moquette (circa 30 milioni di fatturato su un giro d'affari 2004 di 44 milioni con una quota export del 52%). «In media ogni anno creiamo dai 10 ai 15 modelli base dai quali nascono poi quattro nuove collezioni - continua Bucarelli -. Ma decine di altri modelli vengono realizzati su misura per il segmento "contract", in particolare alberghi e navi crociera, dove i clienti indicano il disegno e noi poi lo sviluppiamo sul piano tecnico».
Passando al «Fluffy», quella dei filati di lana è uno dei rami d'attività della Martinelli Ginetto insieme ai tessuti per biancheria per la casa (l'attività originaria di questa storica società del settore, fondata nel 1947) e ai filati di ciniglia realizzati dalla controllata Nord Ciniglia, sempre di Casnigo. Complessivamente il gruppo, che si completa con la «Mascot», società commerciale, conta 130 dipendenti in Italia e altri 250 in Ungheria, dove ha aperto nel 1999 un sito produttivo. A Casnigo proseguono la produzione degli articoli speciali o dei lotti di pronta consegna, oltre all'attività di ricerca e progettazione.
«Produciamo un terzo in Italia e due terzi in Ungheria - spiega Luciano Martinelli, amministratore delegato con il fratello Sergio dell'azienda presieduta dalla madre Margherita Zambaiti - e questo assetto ci ha permesso finora di mantenere le quote di mercato, anche se con grandi sacrifici per quanto riguarda i margini».
La minaccia più che dai Paesi emergenti arriva dal cambio. Per la «Martinelli» l'export rappresenta circa il 55% di un giro d'affari annuo di 40 milioni di euro. «Più del 40% delle nostre esportazioni sono nell'area del dollaro e con il cambio dell'euro passato da 0,83 a 1,30 lo scenario è profondamente mutato - continua Martinelli -. Al momento avvertiamo particolare concorrenza per i prodotti di media e alta qualità che porta ad orientare la nostra azienda verso l'altissima qualità. I nostri filati sono prodotti di nicchia, dove i volumi non sono altissimi, e quindi ancora non interessanti per chi punta soprattutto sulle grandi quantità e su prodotti standard».
A distinguere l'azienda guidata dai due fratelli Luciano e Sergio Martinelli (quest'ultimo per due mandati presidente del gruppo tessili dell'Unione industriali, incarico passato due anni fa al cugino Gino Zambaiti) è invece anche il prodotto esclusivo. La Martinelli Ginetto a questo proposito ha un gruppo di otto persone che si occupano della ricerca. «Sviluppiamo in un anno circa 3.000 disegni di tessuti, ma siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti anche per i filati - continua Martinelli -. Siamo un'azienda di piccola media dimensione e non possiamo permetterci grossi investimenti nella ricerca, ma se consideriamo i nostri concorrenti ci riteniamo fortunati per il fatto che possiamo disporre
di risorse da destinare a quest'attività».
E frutto della ricerca svolta a Casnigo è anche il filato che ha vinto il premio in Germania: la sua particolarità è quella di dare l'effetto di pelo (detto cut-pile) su un tappeto con il filato lavorato a riccio (detto loop-pile), permettendo così anche una maggiore versatilità produttiva. «Adesso che questo filato, ideato a Casnigo, è stato presentato in Germania - continua Martinelli - sono in corso le campionature con i clienti dopo di che si andrà in produzione. Anche l'anno scorso avevamo presentato un nuovo filato e di fatto iniziamo a venderlo adesso. Partecipare ogni anno a questa competizione in Germania credo sia importante anche perché è uno stimolo per pensare a qualcosa di nuovo. Il nostro settore vive anche di questo».