Grande festa per l’ingresso in paese del nuovo parroco proveniente da Barzizza di Gandino
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Due striscioni di «Benvenuto» all’entrata del paese e una folla nel piazzale di via Veneto hanno accolto ieri l’ingresso a Cene del nuovo parroco don Guido Sibella, proveniente da Barzizza di Gandino dove ha operato per 12 anni. Ad accoglierlo il vicario di zona don Giovanni Bosio, parroco di Vertova e una marea festosa di ragazzi.
Il neo parroco è giunto in auto accompagnato dalla madre Maria e da una delegazione di Barzizza con il sindaco di Gandino, Elio Castelli e di Rota d’Imagna, paese natale di don Guido, Giovanni Locatelli. Il corteo, preceduto dal corpo musicale S.Pio X diretto dal maestro Sergio Gotti si è mosso verso la piazza dove il sindaco Giorgio Valoti ha tenuto un discorso assicurando collaborazione nelle iniziative che il neoparroco prenderà a favore della comunità, specie per i più deboli e i giovani. Un’offerta di collaborazione che rappresenta il punto di partenza perché l’azione pastorale dia buoni frutti in spirito di continuità con l’operato dell’ex parroco don Camillo Brescianini, che ha lasciato la parrocchia dopo aver ristrutturato la canonica e rifatto la facciata della parrocchiale di S. Zenone rimessa nuovo.
La tappa successiva è stata la chiesa parrocchiale dove, fra applausi e scoppi di mortaretti, don Sibella, preceduto dai Confratelli del SS. Sacramento, ha fatto l’ingresso ufficiale per la sua prima messa nella nuova sede. La celebrazione è stata presieduta da Don Bosio, da don Santo Baratelli, sacerdote nativo del posto e dal cappuccino fra Marcello. Al termine del rito, Don Guido ha sottolineato «l’importante significato di questa giornata per me, per la comunità di Barzizza dove sono riuscito a operare proficuamente e per quella di Cene dove avrà inizio al mia nuova missione camminando con la gente per rendere più consistente la fede nelle persone attraverso la partecipazione alla messa».
Il dialogo con i nuovi parrocchiani è già iniziato anche tramite una lettera scritta per ringraziare quelli di Barzizza e consegnata ai presenti. Lo scritto porta effigiati un cuore ed una chiave a significare lo strumento con cui stabilire un contatto spirituale.