Pietro Radici, festa e una nuova linea

I 75 anni della Tessitura. In occasione dello storico anniversario, l’azienda di Gandino, capostipite del gruppo annuncia un investimento di 10 milioni di euro per potenziare del 50% la produzione del «tessuto non tessuto»

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Data pubblicazione: 

09/10/2016
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Una fantasia di filati utilizzati negli anni dalla Tessitura Pietro Radici di Gandino, fondata nel 1941
Uno dei telai in azione nello stabilimento di Gandino
Foto d’epoca della lavorazione alla Tessitura
Il grande complesso che ospita la Tessitura a Gandino in cui attualmente lavorano 130 dipendenti
La copertina del libro dei 75 anni

È l’azienda capostipite, quella da cui tutto ha avuto inizio. Ecco perché il Gruppo Radici ha deciso di coccolare i dipendenti con una serata di gala al Teatro Donizetti in città la Tessitura Pietro Radici, fondata nel 1941 a Leffe per produrre coperte e trapunte.
Settatantacinque anni dopo, l’azienda, che nel frattempo è stata spostata a Gandino, è ancora estremamente vitale, con i suoi 130 dipendenti e un fatturato da 43 milioni di euro: è attiva nella produzione di fili per erba sintetica e in quella di «tessuti non tessuti» spun-bonded destinati all’edilizia, alla ristorazione, all’automotive e all’agricoltura.

Crescita ogni anno dell’8%
«Quella del tessuto spun-bonded – spiega Enrico Buriani, amministratore delegato della Tessitura (Tpr) – è un’applicazione che da diversi anni cresce ogni anno a livello mondiale dell’ 8%». Ecco perché i fratelli Paolo, Angelo e Maurizio Radici, proprietari della Tpr, hanno deciso un importante investimento, annunciato proprio ieri sera: dieci milioni di euro per installare una nuova linea produttiva del tessuto non tessuto in grado di far aumentare del 50% la capacità produttiva dell’azienda di Gandino. «Con la Tpr – sottolinea Maurizio Radici, direttore operativo di questa realtà – ci siamo ritagliati una nicchia di mercato importante nel tessuto non tessuto. Siamo molto attivi nell’edilizia e puntiamo a rafforzarci nell’agricoltura».
In Tpr funzionano attualmente due linee dedicate allo spun-bonded e annualmente producono 12 mila tonnellate di tessuto non tessuto. «Con la nuova macchina – aggiunge Buriani – arriveremo a 18 mila tonnellate annue. Essendo un impianto complesso, credo che andrà a regime entro la fine del prossimo anno». Per farla funzionare, le saranno dedicati una ventina di lavoratori. La particolarità del “non tessuto” sta nella lavorazione attraverso cui lo si ottiene: lo spun-bonded deriva non da un intreccio di fili ma direttamente da polimeri collegati fra loro con procedimenti meccanici, chimici o termici. Investire dieci milioni di euro in un’azienda che ne fattura 43, rivela la determinazione con cui il gruppo Radici vuole ampliarsi sul mercato del tessuto spunbonded ma conferma anche il legame, prima di tutto affettivo, che c’è tra la famiglia Radici e questa azienda.
«Per noi – commenta a questo proposito Maurizio Radici – la Tessitura Pietro Radici rappresenta il legame forte, originario, che ci lega alle comunità in cui il nostro gruppo è nato e cresciuto. È l’attività più “vecchia” del gruppo ma porta avanti alcune produzioni innovative perché rivolte al futuro, che ci chiede prodotti sempre più orientati al risparmio energetico, per esempio in edilizia. E la filosofia del Gruppo Radici è proprio questa: proporre al mercato sempre prodotti all’avanguardia”. Anche nel caso dello spun-bonded tale atteggiamento premia la Tpr: “Le due linee attuali – conclude il direttore operativo - lavorano sempre a pieno regime».

Materiale ideale per l’edilizia
«La produzione spun-bonded – conferma il Ceo Buriani – rappresenta quasi il 70% del fatturato Tpr e il settore cresce perché il tessuto non tessuto, per le sue qualità e caratteristiche, viene sempre più preferito a materiali tradizionali. Penso ad esempio all’uso che se ne fa in edilizia: se in passato per isolare il tetto si utilizzava ovunque la classica ondulina in catrame, adesso viene preferito proprio il tessuto non tessuto. Ci sono molte altre applicazioni in cui lo spun-bonded va a sostituire altri materiali perché ha caratteristiche tecniche molto importanti abbinate a costi più contenuti”.
Per quanto riguarda l’automotive, il tessuto non tessuto prodotto a Gandino serve a contenere il sacco dell’airbag, mentre nella ristorazione si impiega per proteggere le tovaglie di lino o cotone sui tavoli di locali e ristoranti. «La nuova linea produttiva – conclude Buriani – permetterà a Tpr di compiere un bel passo in avanti sul fronte della qualità: potendo sfruttare tecnologie innovative, cercheremo di aprire nuove prospettive per la Tpr». Che da 75 anni cresce insieme alla Val Gandino.

Un libro per celebrare l’epopea: «Resta alta l’attenzione alle esigenze dei dipendenti»
«La Tessitura Pietro Radici, fondata nel 1941 da nostro padre, che in quell’anno rilevò a Leffe una piccola azienda tessile che produceva coperte di lana. Da quello stabilimento è nato il nostro gruppo, che oggi ha tremila dipendenti e impianti produttivi in tutto il mondo». Oscillano tra memoria del passato e orgoglio per presente e futuro le emozioni di Angelo Radici, attuale presidente del gruppo, che ieri sera, presentando al teatro Donizetti il libro «Come Tessuto Non Tessuto» pubblicato per celebrare i 75 anni di attività della Tpr, ha aperto il suo album dei ricordi: «Anch’io ho iniziato a lavorare lì, nel 1973, a fianco di mio padre: in quegli anni il lavoro era molto più manuale. Per questo, lo accompagnavo nei reparti a osservare e toccare con mano la produzione.
Oggi invece tutto è controllato da remoto e questo cambiamento ha accompagnato l’evoluzione a cui è andata incontro la Tessitura, oggi attiva nella produzione di fili per erba sintetica e tessuto spun-bonded, applicazioni lontane da quelle coperte di lana». Il volume segue una doppia narrazione, una tessitura d’immagini e parole disposte per trama e ordito, per rispecchiare la materia trattata. I testi scritti su due colonne verticali, come i fili dell’ordito, definiscono l’ambito della storia: l’industria, la tessitura, i periodi storici, i contesti economici e globali. I testi stampati in paragrafi orizzontali sono invece la trama con le voci di chi ha vissuto e lavorato per la Tpr, contribuendo a forgiarne la sua traiettoria. «In 75 anni – aggiunge Angelo Radici – l’azienda ha cambiato pelle più volte, puntare sull’innovazione, per restare sul mercato ed essere sempre competitiva grazie alla qualità. Per questo, sono lieto che il Cda del gruppo abbia deciso di investire 10 milioni per la Tpr, che oggi non è complementare con le altre nostre attività, ma da cui tutto è partito».
I risultati economici della Tpr sono in crescita, e questo ha influito sulla decisione del Cda, ma di fondo c’è quell’attaccamento, quel legame, quella consapevolezza di sé, che tiene insieme i Radici e la Val Gandino: «Forse è per questo – commenta– che ci hanno definiti come una multinazionale dal volto umano: cerchiamo di essere attenti ai bisogni del singolo dipendente, sia quando le cose vanno bene, come in questi anni, sia quando abbiamo affrontato periodi complicati». Si emoziona di più pensando al passato o al futuro? «Al futuro - conclude Angelo Radici – perché ciò che è stato fatto ci rende orgogliosi, ma ormai è superato; invece, osservando il futuro, vediamo avvicinarsi tante sfide, a partire dalla fabbrica 4.0, di fronte alle quali vogliamo sempre farci trovare pronti».

Autore: 

Giuseppe Arrighetti

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