Invasi dalle api in cerca di casa? Rispondono i «cacciatori di sciami»

I fratelli Parolini seguono le orme del padre Franco, da oltre quarant’anni apicoltore amatoriale
Interventi ripetuti nel Centro pastorale dove vive il parroco per recuperare nel giardino cinque diversi sciami

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17/05/2016
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Le api in cerca di una nuova sistemazione al Centro pastorale
l recupero di uno sciame d’api nel Centro pastorale di Gandino. Da sinistra: Franco Parolini, don Innocente Chiodi e Giovanni Parolini

Un’attività assolutamente naturale, che genera in molti allarme e preoccupazione. Si susseguono, in primavera, le richieste di aiuto ai vigili del fuoco (se ne contano diverse decine solo nell’ultima settimana) per la presenza di sciami d’api all’interno di proprietà private. I pompieri possono intervenire solo se la segnalazione arriva da strutture pubbliche ed in presenza di rischio concreto per l’incolumità di persone. In soccorso ai cittadini esiste però un servizio di allerta poco noto, organizzato dall’Associazione Produttori Apistici della provincia di Bergamo, che ha sede in città in via Pizzo Redorta, 20b.

Api Lombardia
L’associazione è nata a Bergamo nei primi anni ’80 ed è presieduta da Marco Mazzucconi, ora a capo anche di Api Lombardia, che unisce gli apicoltori di tutta la regione. Bergamo fa la parte del leone e conta circa 600 soci. Fra questi ci sono Alberto e Giovanni Parolini, due fratelli di Gandino, che così come la cognata Paola Maffeis,residente a Orezzo, seguono le orme di papà Franco, da più di 40 anni apicoltore amatoriale.
Negli ultimi tempi i Parolini, giusto per far comprendere l’entità del problema, sono intervenuti a più riprese nel Centro pastorale di Gandino, dove vive il parroco don Innocente Chiodi. Cinque diversi sciami sono stati recuperati nel giardino, mentre per un altro, all’ingresso della scuola materna, si è resa necessaria l’autoscala dei vigili del fuoco. «La sciamatura – spiega Alberto, che vive a Casnigo – è un processo naturale attraverso il quale si “duplicano” le famiglie delle api. A primavera, all’interno dell’alveare, l’attività diventa frenetica grazie alla fioritura: le api (fino ad ottantamila in un solo alveare) sono nel periodo di massima raccolta. Basti pensare che per raccogliere un chilo di nettare un’ape bottinatrice deve compiere oltre 16 mila voli tra alveare e prato fiorito; i voli diventano oltre 35 mila per arrivare ad ottenere un chilogrammo di miele; i fiori visitati vanno da 80 mila a sei milioni, per una distanza percorsa di 100 mila chilometri e circa 25 mila ore di lavoro per l’ape. È in questa fase “esplosiva” che nell’alveare si moltiplica la creazione di celle reali. Alla nascita della nuova ape regina, la vecchia cerca casa altrove, sciamando all’esterno con un buon numero di api».

Esplorazioni e alveari
Gli sciami di norma stazionano per un primo periodo (un paio di giorni, ma anche di poche ore) non lontano dall’alveare, in attesa che le api «esploratrici» possano individuare un luogo stabile in cui creare la nuova casa. In questa fase le api sono sostanzialmente docili, rimpinzate di nettare, e per un apicoltore è relativamente semplice predisporre un’arnia di soccorso con alcuni fogli cerei, facendo sì che la regina e le api vi confluiscano. Per gli apicoltori l’evento è di buon auspicio (se recuperato lo sciame diventa un nuovo alveare), ma anche un piccolo grattacapo, dato che la famiglia indebolita dalla partenza dello sciame diventa, per quell’anno, meno produttiva.
«Le api appartengono alla categoria degli insetti indispensabili all’ecosistema – sottolinea Paola Maffeis –, quindi sono protetti dalla legge, non devono essere danneggiati e uccisi inutilmente. Si rischia di incorrere in procedimenti penali ». La presenza di uno sciame è comunque motivo per molti di preoccupazione e richiesta d’aiuto. Ecco allora il servizio di reperibilità degli Apicoltori Bergamaschi, che sul sito (www.apibergamo.it) segnalano una lista di apicoltori disponibili per il recupero sciami, suddivisi per zone di riferimento. «È importante la tempestività delle segnalazioni - spiega Giovanni Parolini - che evita la dispersione dello sciame. Spesso a generare paura è l’errore di confondere le api con altri insetti come vespe e calabroni ».
In quel caso è disponibile per consulenza specifica il recapito di Giulio Saredi (335.6371013). La sede associat iva di via Redor ta (035.4520218) è aperta il giovedì e venerdì (15-19) e il sabato (9 -12).

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