In basilica risplendono i tesori del '500

Un concerto per l'inaugurazione delle ante lignee restaurate nel 350° della dedicazione

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10/09/2004
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La basilica di Gandino festeggia il 350° anniversario di dedicazione a Santa Maria Assunta

Con un concerto per organo in basilica, Gandino inaugurerà domani le ante lignee cinquecentesche recentemente restaurate.
Appartenenti al nucleo originario della chiesa, le ante oggi fanno parte della dotazione del Museo parrocchiale: l'appuntamento per l'inaugurazione, che si tiene in occasione del 350° anniversario della dedicazione della basilica a Santa Maria Assunta, è alle 20.45.
Il concerto sarà eseguito sotto la direzione del maestro don Ugo Patti, insegnante di musica del Seminario di Bergamo, e con l'intervento della musicista Viviana Ferrari, che eseguirà brani per tromba solista.
Il concerto in basilica, comunque, non sarà l'unica iniziativa organizzata per celebrare il restauro delle ante lignee: l'esecuzione musicale sarà infatti preceduta da un'accurata presentazione delle opere di recupero. Interverranno alla conferenza Emanuela Daffra, della Sovrintendenza ai beni artistici di Milano, monsignor Lorenzo Frana, già osservatore della Santa Sede presso l'Unesco a Parigi, e il restauratore Tiziano Villa, di Bergamo. La serata sarà coordinata dal Gruppo amici del Museo di Gandino.
Il restauro appena ultimato, che è stato finanziato anche con un contributo della Regione Lombardia, è durato circa quattro anni ed ha riportato allo splendore originario le ante che arredavano la parrocchiale quattrocentesca, in parte demolita per far posto all'attuale basilica.
Realizzate quasi certamente negli Anni Trenta del Cinquecento, facevano parte di un dossale andato perduto. Silvio Tomasini, uno dei curatori dell'evento di domani, nel descrivere le opere, spiega che «le ante si presentano come una coppia di possenti sportelli, destinati un tempo ad inserirsi quasi certamente in una struttura di dimensioni più ampie, detta dossale, destinata alla conservazione di un'immagine sacra sull'altare maggiore della chiesa del 1400. La dimensione delle due ante, insieme al loro peso notevole, conferma il fatto che esse fossero supportate da cardini in ferro battuto, che ne consentivano l'apertura durante particolari celebrazioni. Questo uso specifico, imponeva che le ante fossero adeguatamente decorate, su entrambe le facciate. Così la scelta del modello, per Gandino, cadde sui dossali tedeschi quattro-cinquecenteschi: dipinti sul fronte e intagliati sul retro con vari elementi iconografici. Dopo essere state rimosse dalla chiesa quattrocentesca - prosegue Tomasini -, poi inglobata durante la costruzione nella monumentale basilica attuale, le ante furono quasi sicuramente collocate in un luogo dove le condizioni ambientali indussero un deterioramento sia dei dipinti che degli intagli. Con l'edificazione della nuova chiesa è probabile che le opere abbiano trovato spazio tra l'arredo della sacrestia, essendo state inserite nella porzione superiore degli armadi, in corrispondenza del banco dei paramenti principale. Sul fronte delle ante, a superficie liscia, è rappresentata l'Annunciazione dipinta a tempera; le figure dell'Angelo e della Vergine sono inquadrate in una architettura essenziale. Sul retro, le quattro formelle intagliate raccontano episodi della vita di Maria: l'Annunciazione, la visita a Sant'Elisabetta, la nascita di Cristo e l'adorazione dei Magi».
«Non si corre certamente il rischio di apparire retorici - conclude Silvio Tomasini - ammettendo che il rientro dal lungo restauro delle due magnifiche ante lignee cinquecentesche corrisponde con il ritorno a Gandino di uno dei tesori più pregiati del patrimonio artistico della comunità della media Valle Seriana».

Autore: 

Franco Irranca

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