Capodanno da record in vetta al pizzo Formico, fra Gandino e Clusone, dove si ripete ormai da mezzo secolo (esattamente dal 1970) la celebrazione della Messa il 1° gennaio, ai piedi della grande croce. Erano probabilmente più di mille gli escursionisti, giunti anche da fuori provincia, che sono saliti ai 1.632 metri della vetta, dove il ridotto spazio disponibile ha costretto molti a disporsi a mezza costa.
Il rito è stato celebrato da don Giuseppe Zambelli, vicario parrocchiale a Clusone dallo scorso settembre. Ha idealmente raccolto il testimone di don Martino Campagnoni (89 anni il 4 gennaio e direttore del Patronato San Vincenzo di Clusone) che aprì la tradizione con alcuni amici baradelli. Per la prima volta non gli è stato possibile raggiungere la vetta. Nel 2016 don Martino celebrerà il 65° di sacerdozio.
L’altare è stato collocato ai piedi della grande croce in ferro, collocata sul Formico nel 1933, in coincidenza con l’Anno Santo straordinario indetto per ricordare i 19 secoli dalla morte di Cristo. Per questo motivo è alta esattamente 19 metri, con un’apertura di nove metri. Fu un voto della famiglia babaradella dei Colombo (detti Gubì), che nello stesso anno fu promotrice della costruzione delle cinque edicolette votive sulla collina di Crosio. Incomparabile il panorama che tutti i partecipanti hanno potuto apprezzare.
Fra loro anche il sindaco di Clusone, Paolo Olini, il presidente della Pro loco Gandino, Lorenzo Aresi, e il presidente dell’Unione bergamasca sezioni Cai, Paolo Valoti, candidato alla presidenza nazionale del Cai. La mattinata si è chiusa con il volo, sopra la sottostante piana della Montagnina, di tre parapendii della Scuola volo libero Monte Farno.
Un delicato ricordo per il fondatore Diego Servalli, scomparso la scorsa primavera.