Da Gandino a Pechino in auto. Alla scoperta della Via della Seta

Roberto Picinali partirà oggi davanti al municipio: promuoverà Admo ed Emergency
Con lui una studentessa in Legge appassionata di foto. La conclusione il 7 maggio

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07/04/2015
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I due protagonisti del viaggio lungo la via della seta: Roberto Picinali e Valeria Melocchi
Il Catobus.

«Ci sono uomini - scriveva Thomas Lawrence - che, semplicemente, sognano di notte. Altri che invece lo fanno ad occhi aperti: sono i più pericolosi, perche ad essi è dato di realizzare i propri sogni».
Roberto Picinali, in arte Cato, cantautore di Gandino, va iscritto di diritto in quest’ultima categoria, grazie a un curriculum che l’ha sempre visto esprimere entusiasmo e voglia di vivere. Oggi, alle 9, festeggerà i 39 anni davanti al municipio di Gandino. Nulla di originale, se non fosse che si tratterà dell’atto iniziale di un raid a quattro ruote di oltre 15 mila chilometri che porterà Cato e Valeria Melocchi (studentessa di Giurisprudenza con la passione per la fotografia) lungo l’antica Via della Seta, che univa la Cina e l’Asia Orientale al bacino del Mediterraneo.

Una sorta di «ritorno al futuro » per due giovani che hanno conosciuto gli ultimi splendori (e ahimè il declino) dell’epopea tessile della Val Gandino e cercano, in un viaggio fisico e morale, nuovi orizzonti per un mondo troppo spesso imbrigliato nella Rete. La Via della Seta, superata solo nel XV secolo dalle nuove rotte marittime, sarà severo banco di prova per il CatoBus, un pulmino attrezzato allo scopo che porterà innanzitutto un messaggio di solidarietà, promuovendo la raccolta di fondi a favore di Admo, per la donazione del midollo osseo, e di Emergency, nella cui sede di Hong Kong si chiuderà il raid, prima del rientro in aereo.
Tutto all’insegna dello slogan «più Love, meno Stress» che segnala una vera e propria filosofia di vita. «Mi affascinano - spiega Cato - gli aspetti culturali di un viaggio come questo, che racconteremo in tempo reale con canali internet dedicati e, perché no, con le mie canzoni ed esibizioni on the road, cui Vale si unirà con la tastiera. Il CatoBus è attrezzato per esibizioni live.
Un’occasione per riannodare i fili che nei secoli hanno aperto un dialogo fra le civiltà sedentarie dell’estremo Oriente e quelle del Mediterraneo, con la mediazione dei popoli nomadi dell’Asia Centrale».

Cato ha lavorato in passato al servizio clienti di Itema Group, azienda leader nel meccanotessile, e ora si occupa di restauro di auto d’epoca, specializzandosi nelle vecchie Fiat 500. La sua carriera artistica iniziò nel 2000 con lo storico gruppo dei Namastè, che univa reggae, funk e folk autoproducendo quattro Lp e un’intensa attività live. Nel 2009 la nuova esperienza con i Luinò poi il progetto Cato, con cui nel 2012 incide il singolo Princess, che lo porta con gli amici Andrea Castelli e Diego Bernardi a livelli importanti.
Picinali diventa Cato «one man show» nel 2013 e l’anno successivo il nuovo album è accompagnato dai videoclip «Accendimi » e «Veloce». Nei live è accompagnato dalla band Stonebeaters, formata dai fratelli Elio e Mauro Donini (batteria e sax) e da Gabriele Guerini (basso). Un bagaglio non indifferente per affrontare un viaggio che ipotizza circa trenta giorni per unire Gandino a Pechino (il 7 maggio), attraverso Slovenia, Ungheria, Ucraina, Bielorussia, Russia, Kazakistan e Cina.
«Nei primi cinque giorni – aggiunge Picinali – toccheremo cinque Stati con tappe a Lubjana (Slovenia), Budapest (Ungheria), Leopoli (Ucraina), Pinsk (Bielorussia) e Brjansk (Russia). Abbiamo affrontato con non poca fatica i primi scogli burocratici solo all’ultimo i vari permessi di transito, esclusi quelli in nelle regioni della Cina, dove ci muoveremo zaino in spalla a bordo dei treni locali, abbandonando il nostro Cato- Bus e tornando allo spirito dei viaggiatori di un tempo».
A salutare Cato & Vale oggi, in piazza Vittorio Veneto a Gandino, ci saranno il sindaco Elio Castelli, gli amici e i rappresentanti di enti, associazioni e aziende che hanno dato supporto a questo sogno destinato ad avverarsi, perché per guidare lungo le strade del mondo ci vogliono gli occhi aperti. Diario quotidiano su www.catoband.com.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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