Insegnante malata di tubercolosi: test su 150 studenti

ll caso alla scuola media di Gandino e Cazzano
Un infetto anche tra gli immigrati ospitati nella comunità di Valpiana a Monasterolo

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Data pubblicazione: 

05/09/2014
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La scuola media di Gandino-Cazzano dove sono in corso i controlli antitubercolosi

Test della tubercolosi per i 150 studenti della scuola media di Gandino e Cazzano Sant’Andrea.
Gli accertamenti, iniziati alla fine dell’anno scolastico, si concluderanno lunedì prossimo e arrivano a seguito del caso di Tbc polmonare di cui è risultata affetta un’insegnante. E un altro caso di tubercolosi è stato individuato nella comunità di immigrati di Valpiana di Monasterolo. Entrambe le persone stanno seguendo una cura e i test finora eseguiti non hanno individuato altri casi di malattia. Il primo episodio nella scuola media di via Tacchini (circa 150 alunni) quando un’insegnante residente nella zona ha manifestato la malattia al termine dell’anno scolastico.
«Innanzitutto – spiega il responsabile del dipartimento di prevenzione medica dell’Asl di Bergamo Bruno Pesenti – sono stati sottoposti ai test i 30 alunni delle due classi in cui prestava servizio l’insegnante: si è proceduto poco alla volta, essendo periodo di vacanze, quindi quando siamo riusciti a contattarli. Con loro hanno eseguito lo screening anche gli insegnanti mentre ora sarà la volta di tutti gli altri studenti della scuola». «Alcuni dei 30 ragazzi delle due classi – prosegue Pesenti – sono risultati positivi al test ma questo non significa assolutamente che abbiano contratto la malattia. Significa solo che in passato, più o meno lontano, l’individuo è stato a contatto con il batterio ma che il corpo ha reagito senza che si fosse sviluppata la malattia. Di tale contatto, però, resta una traccia, segnalata appunto dal test».
«Il risultato positivo del test – prosegue Pesenti – rappresenta solo l’inizio di un percorso diagnostico per escludere la malattia in atto. E questa evenienza è di gran lunga la più frequente. Nei rarissimi casi in cui si scopre la malattia si procede alla cura, come nel caso dell’insegnante ». «La terapia – continua ancora il responsabile del dipartimento dell’Asl – dura circa un anno. Naturalmente, finché la malattia non è del tutto curata, la persona deve restare a casa, essendo a rischio contagio». Nel frattempo l’Asl ha invitato tutti gli alunni della scuola a presentarsi lunedì, dalle 12 alle 13, nella sede Asl di Gandino per effettuare il test di Mantoux e quindi verificare se qualcuno sia stato infettato.
Un altro caso di Tbc è stato individuato, lo scorso agosto, nella comunità di immigrati a Valpiana, sui Colli di San Fermo a Monasterolo del Castello. «Lo screening viene effettuato su tutti gli immigrati in fuga verso l’Italia – spiega Pesenti –. Anche il soggetto individuato a Valpiana ha iniziato la cura. E i volontari, a loro volta, sono stati sottoposti al test. Il vero problema è che la cura dovrebbe durare circa un anno, ma spesso viene interrotta prima. Gli immigrati si spostano in altri paesi, cambiano residenza, e non sempre si riesce a seguirli. Così la malattia potrebbe quindi riacutizzarsi e il soggetto tornare contagioso».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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