Confronto tra industriali e territorio per individuare la strategia di rilancio
La Valgandino è al bivio: stretta tra la morsa di una crisi economica conclamata e la volontà di reagire per sottrarsi al declino che potrebbe portare ad una situazione di recessione irreversibile, si è interrogata venerdì sera, nel corso di un incontro-dibattito pubblico organizzato al Cinema «Al Parco» di Gandino dall'Associazione professioni e commercio, dal Comune e dalla Pro Loco a cui hanno partecipato i sindaci della zona, Domenico Uccheddu, consulente di sviluppo, Angelo Gino Zambaiti, presidente degli Industriali tessili bergamaschi, e Gustavo Picinali architetto urbanista esperto del territorio.
Uccheddu, autore di un'analisi socio-economica del Distretto produttivo della Valle Seriana, è partito dai condizionamenti che hanno inciso sulla situazione congiunturale internazionale (guerra in Iraq, prezzo del petrolio, l'euro, aumento dell'inflazione, ingresso nel mercato globale dei Paesi in via di sviluppo, competizione gestita sui costi) per soffermarsi sulla variazione della produzione industriale manifatturiera (che dal '96 ha registrato un calo progressivo fino a toccare, per Bergamo, il picco negativo maggiore nel 2002) e sulle tendenze nel settore artigianale (tra il 1991 e il 2001 le imprese fino a 1000 dipendenti sono calate da 1246 a 772). La crisi esplosa recentemente in coincidenza con l'avvento sui mercati dei paesi dell'Estremo Oriente, Cina in testa, ha avuto il suo punto debole - è stato detto - nell'assenza di strutture che possano guidare il distretto nell'attuale congiuntura ancorché la Valle Seriana abbia grandi potenzialità: ha specializzazioni produttive e imprese leader uscite dal territorio e propostesi a livello internazionale.
Le prospettive di uscita dalla crisi appaiono così legate allo sviluppo di funzioni di leadership da parte di imprese capofila capaci di «traghettare» anche le altre imprese fuori da questo mare economico agitato. Ma anche alla crescita di autonomia relazionale da parte delle piccole avvalendosi di reti o rapporti di cooperazione con altre imprese in sinergia con gli enti locali, le istituzioni economiche e sindacali, e alla ricerca di vocazioni e competenze specialistiche. L'architetto Picinali ha scelto una lettura del territorio sotto il profilo artistico, architettonico e paesaggistico dandogli una vocazionalità nuova attraverso il recupero del patrimonio storico e ambientale e sfruttando le potenzialità locali.
Angelo Gino Zambaiti, invece, ha fotografato la situazione fornendo una serie di dati preoccupanti (in Bergamasca i posti nel tessile sono scesi in due anni da 30 a 28,5 mila) che confermano il declino in tutti i settori e prospettando una svolta per le aziende tessili che saranno capaci di essere creative e innovative. In tema di proposte, Zambaiti ha elencato una serie di richieste avanzate a livello di Comunità Europea: il blocco della deindustrializzazione dell'Ue con una politica d'interventi nel settore tessile; politiche d'investimento in formazione e in risorse umane; obbligo dell'etichettatura d'origine dei prodotti per avviare la tracciabilità dei prodotti stessi. Ma anche la revisione dell'organizzazione delle dogane per combattere le frodi e la contraffazione.
Intanto quest'oggi, sulla crisi del tessile, vertice in Prefettura tra operatori e territorio.