Il "Giorno del Ricordo", in memoria di tutte le vittime delle foibe.

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Il prossimo 10 febbraio ricorre il "Giorno del Ricordo", in memoria di tutte le vittime delle foibe.

Il Comune di Gandino ha diffuso per l'occasione un manifesto che ricorda i tratti salienti di questa triste pagina di storia e alcune citazioni del discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dello scorso anno.

“ (...) va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l'odissea dell'esodo, e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell'Italia tornata libera e indipendente ma umiliata e mutilata nella sua regione orientale. E va ricordata (...) la "congiura del silenzio", "la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio".
Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.”.

(dal discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
in occasione del Giorno del Ricordo 2007)

Con la Legge nr. 92 del 30 marzo 2004, la Repubblica Italiana ha istituito il "Giorno del ricordo in  memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale" e ha concesso "un riconoscimento ai congiunti degli infoibati".
Scopo del riconoscimento del Giorno del Ricordo è quello di "conservare e rinnovare la memoria della  tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati  nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale" (articolo 1, comma 1). 
La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo è quella che interessò i territori  dell'Istria a partire dall'autunno del '43, subito dopo l'armistizio, fino al 1947, dove furono rastrellate,  deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiani, dai partigiani dell'esercito di Tito. 
L'inizio dell'eccidio risale al '43, subito dopo l'armistizio, nell'Istria abbandonata dai soldati italiani e  non ancora controllata dai tedeschi, quando i partigiani slavi gettarono nelle foibe (fosse rocciose  profonde fino a 200 metri) centinaia di cittadini italiani considerati "nemici del popolo".
Per tutti noi il Ricordo è un preciso dovere, per non dimenticare e per far sì che tragedie come questa  non possano mai più ripetersi.

Il Sindaco
Gustavo Maccari

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