Se la discussione verte sulle reti gas e fra maggioranza e opposizione nascono scintille, il risultato non può che essere… esplosivo.
A Gandino si è chiusa con l’abbandono dell’aula da parte della minoranza «Uniti si cambia Lega Nord» la seduta del Consiglio comunale di mercoledì, dopo una bagarre politico-regolamentare molto animata. Tutto è cominciato con la discussione della mozione del consigliere Mirko Brignoli (Lega Nord) favorevole alla cessione delle reti gas ad Anita srl, nella prospettiva delle gare d’ambito. Brignoli ha segnalato la presenza a suo supporto di Giuseppe Manenti, direttore generale di Unigas Distribuzione srl, di cui Anita ha la maggioranza assoluta del capitale. All’intervento di Manenti ha posto immediatamente il veto (confermato anche da una votazione specifica) la maggioranza.
«La sua presenza non è stata in alcun modo annunciata – spiega il sindaco Elio Castelli – non solo dalla minoranza, ma anche dalla stessa Anita srl di cui fino a prova contraria il Comune di Gandino è socio con una quota molto significativa. Si è fatta passare per consulenza tecnica una mera forzatura politica, tanto che la mozione è stata presentata su carta intestata della Lega Nord e non su quella del gruppo consiliare. Il nostro gruppo poco più di un anno fa ha espresso chiaramente la propria determinazione nel puntare a uscire da Anita, stante la sempre possibile fusione per incorporazione con Abm Ict spa, la società della fibra ottica. Quest’ultima, portandosi in dote un passivo di oltre 12 milioni euro, cancellerebbe gli utili annui che il Comune riceve, comunque inferiori a quelli ricavati da altri Comuni più piccoli in Val Gandino.
In questa fase siamo assolutamente determinati a mantenere la proprietà delle reti gas e ci chiediamo come mai una parte, non terza, come un dirigente di Anita si sia fatta tirare per la giacca da interessi di partito ».
Di segno opposto il commento di Mirko Brignoli, che dopo la bocciatura dell’intervento del tecnico (e della mozione) ha abbandonato l’aula insieme alla capogruppo Pierina Bonomi e al consigliere Marco Ongaro (poi rientrato in aula per gli ultimi punti). «Non era mai successo – sottolinea Brignoli – che il Consiglio Comunale impedisse a un tecnico di parlare: è una cosa inaudita, che meritava una replica forte».
«Occasione persa»
«Abbiamo semplicemente chiesto una consulenza – prosegue – per dare basi competenti alla discussione. In Comune è nota la materia anche per analoghe proposte fatte dalla stessa Anita.
La maggioranza avrebbe potuto portare anch’essa una controparte. Si è persa l’occasione di approfondire, cogliendo le opportunità finanziarie che l’evoluzione legislativa potrebbe prospettare. Non dovevamo giustificare preventivamente l’intervento di Manenti e la sbandierata “strumentalizzazione politica” è solo una fissa della maggioranza, così come il simbolo apposto alla mozione, che non è certo un inedito».