Ecco i difensori del mais «Una coltura in pericolo che va salvaguardata»

Giornata di studi sullo stato di salute della coltura

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08/02/2014
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L’incontro dei delegati del network degli Antichi Mais a Gandino

Un’intensa giornata di studi attorno a coltura, scienza e cultura del mais. Si è svolta ieri nella sala Mosaico della Camera di Commercio la Giornata del Mais 2014, organizzata da una decina d’anni dall’Unità di ricerca per la maiscultura,  attiva  a  Bergamo  dal 1920, punto di riferimento internazio- nale per il settore maidicolo e diretta, dal 2013, da Carlotta Balconi.
L’iniziativa, promossa in collaborazione con la direzione generale Agricoltura della Regione, ha indagato lo stato fito sanitario delle colture e le sue relazioni con la sicurezza alimentare, specie per la presenza di patogeni fungini e insetti fitofagi. Dal dibattito sono emerse le forti preoccupazioni di ricercatori e imprenditori per la diminuita capacità produttiva del mais in Italia, figlia del ridotto sostegno a ricerca e innovazione varietale. L’importazione, che si rende necessaria, può comportare rischi per la filiera, che giunge alle eccellenze del made in Italy alimentare. Al tavolo, moderato da Alberto Verderio del Cra-Mac ed Elena Brugna di Regione Lombardia, si sono alternati Dario Frisio dell’Università di Milano, Gianluca Governatori del servizio fitosanitario Ersa di Pordenone, Paolo Marchesini di Assobiotec, Sabrina Locatelli del Cra-Mac, Enrico Costa e Gianfranco Pizzolato (Aires Rovigo) e Amedeo Reyneri dell’Università di Torino.
Una successiva tavola rotonda, guidata da Carlotta Balconi, ha proposto i risultati del progetto Idiam (sostenuto dal ministero delle Politiche agricole) per contrastare la diffusione della diabrotica, un insetto che attacca radici e pannocchie provocando gravi danni. Nella sessione pomeridiana, moderata da Rita Redaelli e Gianfranco Mazzinelli, sono stati invece presentati i dati di sperimentazione agronomica e miglioramento genetico del Cramac nel 2013.
Due progetti hanno concluso i lavori. Innanzitutto il Mais Expo Bergamo 2015, che mette in dialogo le maggiori realtà territoriali e istituzionali della Bergamasca. All’esposizione di Anna Lorenzetti della Provincia di Bergamo, si è aggiunto l’intervento di Elisabetta Lupotto, direttore del dipartimento di produzioni vegetali di Roma, che ha evidenziato come il tavolo bergamasco mostri aspetti di sicuro interesse che il Cra nazionale non mancherà di incrementare. Successivamente Paolo Valoti ha illustrato le potenzialità della Banca del germoplasma di Bergamo, unica a livello nazionale.
Sempre ieri si è svolto a Gandino, patria del Mais Spinato, l’incontro dei delegati del network internazionale degli Antichi Mais, siglato lo scorso ottobre nell’ambito di Bergamo Scienza. Nell’antica sala capitolare dell’ex convento francescano (oggi annesso alla casa di riposo) i soci della locale comunità del Mais Spinato hanno accolto i delegati veneti di Mais Sponcio e Bianco Perla, Mais Scagiolo di Carenno (Lecco), Mais Rostrato di Rovetta, Pignoletto del Piemonte e Mais Marano del Veneto.
Collegati via skype hanno portato il proprio saluto anche Juan Manuel Martinez Valdez di Ecopol (Messico) e Maurizio Bagatin del Museo Arqueologico Proyecto Cotapachi (Bolivia). Ciascun delegato ha proposto alcune specialità a base di mais, grazie alla collaborazione dello staff della Fondazione Caccia Del Negro.

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