Gandino, 200 figuranti per «In Secula»

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Data pubblicazione: 

08/07/2013
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La rievocazione storica
Il gruppo dei premiati con le autorità

Gandino ha chiuso ieri le celebrazioni per i Ss. Martiri Patroni, completando il successo di pubblico che venerdì aveva colorato Corsa delle uova e Notte bianca.
La clemenza del meteo ha garantito sabato sera lo svolgimento, sul sagrato della Basilica, della rievocazione storica «In Secula». In scena c’erano gli eventi che fra 1796 e 1800 videro alternarsi francesi e austriaci nel ruolo di dominatori. Alla documentata ricostruzione di Pietro Gelmi si sono uniti costumi e scenografie di grande suggestione cui hanno lavorato in primis Silvio Tomasini, Antonio Rottigni e Lorenzo Aresi, presidente della Pro Gandino. Oltre duecento i figuranti in campo.
«Furono anni caotici – sottolinea Gelmi – segnati dalla Repubblica Cisalpina, ma soprattutto da rivolgimenti politici e sociali ».
In scena sono entrate, in divisa storica, truppe napoleoniche ed esercito austriaco, con tanto di ufficiali a cavallo e armi d’epoca, prestate per l’occasione dal Comune di Vertova. «Abbiamo ricordato la caduta della Serenissima di Venezia, l’innalzamento dell’Albero della Libertà da parte francese nel 1797, l’effimera rivolta guidata dal forsennato canonico Vincenzo Agazzi di Clusone (che mosse proprio da Gandino), il breve dominio austriaco e il duro ritorno dei francesi. Gandino fu letteralmente depredata dei propri argenti: prese la via d’Oltralpe un bottino di 148 chili d’argento d’inestimabile valore artistico. I gandinesi donarono somme per riscattare gli oggetti più cari, ma non evitarono la requisizione del gigantesco lampadario in oro e argento che pendeva in Basilica».
Il manufatto è stato ricostruito a grandezza naturale, mentre altri argenti sono stati proposti in originale, attingendo all’enorme dotazione della Basilica. Domenica la solenne concelebrazione è stata presieduta da padre Dino Bonazzi, che ha festeggiato i 50 anni di ordinazione, di cui 40 trascorsi in Ecuador da missionario comboniano. Con lui c’erano don Carlo Caccia (dal prossimo settembre parroco di Ossanesga), che festeggia il 25°, e padre Angelo Carrara, dehoniano, sacerdote da 60 anni. Hanno concelebrato numerosi sacerdoti gandinesi e il parroco don Innocente Chiodi, che ha consegnato ai festeggiati un artistico crocifisso in vetro, segno di fragilità e trasparenza «per ricordare come attraverso un prete è sempre visibile Gesù Cristo».
In piazza il vicesindaco Maurizio Masinari ha consegnato un riconoscimento ai sacerdoti, mentre la Pro loco Gandino, con il vicepresidente Marco Presti, ha assegnato le benemerenze riservate a quanti promuovono Gandino a livello turistico. Il premio è andato ai ristoratori Daniela Gusmini ed Emanuel Caleca, titolari rispettivamente del Baraonda di Cirano e del Centrale di piazza Vittorio Veneto.
«In loro – era scritto nelle motivazioni del premio – c’è abilità artigianale e amore per le tipicità a base di Mais Spinato, ma soprattutto fattiva disponibilità per promuovere Gandino».

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