Festa grande, domani alla baita Monte Alto di Gandino, sede dell’Alpinismo giovanile della locale sottosezione del Cai.
L’iniziativa nasce per benedire la nuova targa all’ingresso della baita, che riporta una frase del gandinese monsignor Angelo Gelmi, vescovo ausiliare emerito della diocesi di Cochabamba in Bolivia. «Benedico questa baita – si legge nell’iscrizione – e a chi vi trova rifugio auguro riposo, pace e serenità».
Nato a Gandino nel 1938, monsignor Gelmi partì per la Bolivia nel 1970, per operare nella Città dei ragazzi a La Paz con il Patronato San Vincenzo. Seguirono l’impegno a Cochabamba e l’esperienza a Challviri, dove visse per anni in una stanza con tetto di paglia, lavorando con i campesinos. Fu in quegli anni, prima di essere nominato nel 1985 vescovo ausiliario di Cochabamba, che confermò le sue doti di valente alpinista.
«In Bolivia – sottolinea Eugenio Zanotti, presidente del Cai Valgandino – Angelo Gelmi ha salito le cime più impegnative della Cordillera Real. Il suo palmarès annovera sul Machizo Ancohuma (6.427 metri) la via italiana del pilastro Nordest; la direttissima franco-italiana sulla parete Sud del Condoriri (5.700), la parete nord dell’Illimani (6.490) e la parete sud del Mururata (5.775). Compagni di cordata i migliori alpinisti italofrancesi degli anni ’70. Due in particolare: le guide Cosimo Zappelli e Alain Mesili».
Monsignor Gelmi è stato negli anni prezioso riferimento per gli alpinisti che affrontano le vette delle Ande boliviane. Fu lui il 23 novembre 1973 a recuperare il corpo del grande alpinista nembrese Carlo Nembrini, 34 anni, reduce dalla conquista dell’Illampu (6.427 metri) e morto nel tentativo di recuperare un alpinista francese precipitato.
Il programma di domani al Monte Alto prevede alle 11 la Messa celebrata da monsignor Gelmi, l’inaugurazione della targa e il pranzo. Info: 333.6043319 caivalgandino@tiscali.it.