Dalla Valle alla Scozia per studiare l’Alzheimer

Il professor Zanda, di Gandino, dirige ricerche contro la demenzaAlla sua équipe fondi da destinare all’acquisto di uno spettrometro

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25/07/2012
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Il professor Matteo Zanda con il sindaco di Aberdeen e le altre autorità in visita all’Università

Cinquantamila sterline (oltre 60.000 euro) non sono bruscolini. Se vengono raccolti in una sola serata e vengono destinati alla ricerca medica legata all’Alzheimer sono senza dubbio un’iniezione di fiducia per chi lavora ad importanti progetti.
Le buone notizie arrivano dalla Scozia, alla faccia della proverbiale avarizia. Qui il ricercatore bergamasco Matteo Zanda ha presentato un innovativo progetto dell’Università di Aberdeen, dove dal 2009 è titolare della cattedra di tecnologie mediche. Zanda, 46 anni, sposato e padre di due figli, vive in Scozia con la famiglia. I risultati e soprattutto gli orizzonti aperti in questi due anni di permanenza oltre Manica sono stati presentati durante la serata «Funny memories», organizzata dal Charitable Trust del sindaco di Aberdeen, Lord Peter Stephen Provost, con il coordinamento di Charlie Bain.
Grazie all’aiuto dei notabili della città scozzese (non ultima la società Apache, impegnata nell’estrazione petrolifera nel Mare del Nord, intervenuta con oltre 16.000 sterline), l’Università potrà acquistare uno spettrometro di massa, per cercare di individuare sintomi precoci di alcune malattie che portano alla demenza, come appunto l’Alzheimer. Lo scienziato orobico, nato ad Alzano e poi trasferitosi a Gandino, ha illustrato le modalità con cui lo strumento contribuirà alla ricerca.
«Lo spettrometro – sottolinea Zanda, per qualche giorno a Gandino – consentirà di analizzare dei "tracers" ovvero molecole diagnostiche di tipo radioattivo usate nella Pet (Positron emission tomography, si chiama Pet anche in Italia)». Zanda ha fornito una panoramica su alcuni progetti innovativi di cui la sua équipe (una decina di ricercatori, tra cui alcuni italiani) si sta occupando, che sono all’avanguardia e hanno dato luogo a significativi progressi nell’utilizzo di tecnologie di imaging per l’identificazione di sintomi precoci di malattie che portano alla demenza e altre patologie neurodegenerative.
«L’individuazione dei sintomi della demenza – aggiunge il ricercatore – può portare ad un trattamento precoce della malattia, alleviando le difficoltà emotive ed economiche per le famiglie delle persone colpite».

«Priorità a questi studi»
Il sindaco Lord Provost, Charlie Bain e la dirigente dell’Apache Uk Patricia Paterson hanno visitato le strutture dell’Università (fra le più antiche d’Europa) e i laboratori del Pet Centre diretti dal professor Zanda, che segue anche studi legati all’oncologia. Il sindaco ha avuto parole di grande elogio per l’attività portata avanti dall’équipe e sottolineato come gli studi legati alla demenza abbiano nel Regno Unito la «top priority».
A fine marzo il primo ministro David Cameron ha annunciato che entro il 2015 gli stanziamenti governativi verranno portati da 26 a 66 milioni di sterline, facendo della Gran Bretagna il paese guida in questo campo. Con un tocco bergamasco.

Autore: 

GIAMBATTISTA GHERARDI

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