Giorgio Paglia, 67 anni fa. Quello sparo non si scorda

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30/11/2011
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«Questo territorio è stato un teatro importante per la Resistenza»: così Giacinto Brighenti, vicepresidente dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) provinciale di Bergamo, ha introdotto la serata che si è svolta a Gandino in occasione del 67° anniversario della cattura e fucilazione di Giorgio Paglia e compagni alla Malga Lunga, sui monti della Valgandino. «Non si può dimenticare ciò che è stato» ha sottolineato il sindaco Gustavo Maccari. «Bisogna fare della Resistenza non solo memoria – ha proseguito Grazia Milesi, autrice di "Immagini e racconti della 53ª Brigata Garibaldi" –, ma anche un pensiero, identificandosi nei valori da essa portati avanti, quali libertà, democrazia e uguaglianza». «Ho vissuto in una famiglia dove l'orgoglio della Resistenza era di casa» ha spiegato Marco Berta, figlio del partigiano Giovanni Leo e autore dello scritto «Per non dimenticare», trascrizione del diario del padre giunto alla 5ª edizione, i cui ricavi andranno alla raccolta fondi per la ristrutturazione della Malga Lunga. «Vorrei fare in modo che quest'esperienza andasse avanti: è importante tramandare i valori della Resistenza» ha concluso. Presente anche Marco Ravasio, 2° premio alla borsa di studio «Brighenti» con la tesi di laurea su Giorgio Paglia, che ha illustrato brevemente la vita di questo partigiano.

Autore: 

Giada Frana

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