Io e Clio Napolitano, amiche semplici

«È stata un'amicizia sincera, semplice, come può accadere tra due bambine, poi ragazze e giovani donne»

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31/01/2011
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«Èstata un'amicizia sincera, semplice, come può accadere tra due bambine, poi ragazze e giovani donne». A parlare, nella sua casa di Gandino, è Meri Capitani, 40 anni da impiegata nell'ufficio postale del paese. Ricorda la sua amicizia con Clio Maria Bittoni, la moglie del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, mercoledì, sarà a Bergamo per il 150° dell'Unità d'Italia. È appena finita la Seconda guerra mondiale, Meri e Clio vivono negli stessi alloggi popolari di via Gramsci, a Chiaravalle, in provincia di Ancona. Il rapporto di vicinato diventa qualcosa di più, con le confidenze dell'età e soprattutto lo scambio di romanzi, che Clio, studentessa del Classico, presta volentieri. «La famiglia Bittoni era molto semplice – racconta Capitani –. Una semplicità che distingue Clio ancora oggi». Nel nome e nel portamento, infatti, la signora Napolitano mostra la fierezza e la sobrietà della musa della poesia epica. Mai un atteggiamento sopra le righe (lei stessa dice di sé: «Il mio modo di vivere è reale, non è frutto di una posa»), mai un passo avanti («Un rapporto alla pari», s'intitola l'intervista di Paola Severini ne «Le mogli della Repubblica»), nonostante il trascorso da brillante avvocato (fu anche responsabile dell'ufficio legislativo di Montecitorio). Tra le sue rare «uscite» pubbliche, c'è la firma dell'introduzione di un libro sulla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia. «Cari bambini, cari ragazzi – scrive – se state leggendo questo libro significa che siete fortunati perché sapete leggere. Potete cominciare molto presto a dare una mano perché bambini e ragazzi meno fortunati vivano in condizioni migliori». L'importanza dei libri, quelli che prestava all'amica Meri.

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