«Dopo la frana viviamo come sherpa»

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25/01/2011
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L'area della chiesa di San Lorenzo a Barzizza (sulla destra) e la zona residenziale (a sinistra), dove vive la famiglia Bosio

Resta aperto il problema dello smottamento che provoca ancora oggi a Gandino la chiusura della strada verso la chiesa di San Lorenzo, sopra Barzizza.
A perdurare sono soprattutto i disagi di una famiglia residente a monte della frana, che ha evidenziato la propria situazione in una lettera al nostro giornale. «Sono la mamma – scrive Elisabetta Lumina Bosio – di una famiglia (l'unica, a dire la verità) residente a monte della frana. Leggendo "L'Eco" di domenica ho notato l'articolo riguardante le famiglie di Predore, la loro soddisfazione nel vedere le loro esigenze e la loro vita di tutti i giorni ripristinate così velocemente (dopo soli sette giorni), l'amichevole ospitalità alberghiera ricevuta e mi è venuto il magone».
«Anche noi – continua la signora Betty, moglie di Luca – abbiamo visto la nostra vita stravolta da questa frana che ha bloccato l'accesso alla nostra casa, data la pericolosità con cui incombe sull'unica strada su cui dobbiamo transitare. Sono tredici giorni che usciamo all'alba e torniamo al buio, percorrendo a piedi la ripida strada nel bosco, alla luce delle pile, carichi come sherpa perché i nostri tre figli (di 13, 11 e 8 anni) hanno un mucchio di impegni con relativi sacche, cartellette e zaini. Durante la giornata siamo generosamente ospitati dai miei suoceri a Leffe. La sera si risale a casa nel gelo di questo inverno. Altro che albergo!».
Rimbalzo di responsabilità
Lo sfogo evidenzia la stasi di questa situazione. «Stiamo pazientemente aspettando che qualcuno ci dica qualcosa, quale santo interpellare (magari qualcuno dalle parti di Predore…) per far partire la famosa procedura di somma urgenza di messa in sicurezza, perché per il momento è tutto un rimbalzo di responsabilità fra studi geologici, Ster (l'ex Genio civile), Comune, ecc.. Sinceramente abbiamo avuto un moto di invidia per quelle famiglie di Predore, per quegli 84.000 euro e rotti arrivati così fulmineamente e per quei lavori già partiti, perché i nostri lavori li vediamo invece allontanarsi ogni giorno di più».
L'intervento era stato immediato da parte di vigili del fuoco, Protezione civile, carabinieri, vigilanza urbana e tecnici comunali. All'indomani del distacco erano arrivati i tecnici della Ster regionale, ente che ha escluso un proprio intervento diretto, richiamando alle rispettive competenze Comune e privati.
Il sindaco: spetta al privato
«Abbiamo verificato – conferma il sindaco Gustavo Maccari – che l'area interessata è di proprietà di privati. Il 12 gennaio abbiamo emesso un'ordinanza che intima al proprietario del fondo da cui i massi si sono staccati di provvedere, entro sette giorni, alla messa in sicurezza, terminata la quale la strada potrà essere riaperta. Diversamente dovremo intervenire, rivalendoci poi sui privati. Seguiamo l'evoluzione della vicenda e i distinguo che in questi casi emergono puntuali. Siamo consapevoli dei disagi della famiglia Bosio, che ha dimostrato comprensione per i nostri sforzi e la nostra posizione».

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