Circa cinquecento persone hanno raggiunto, la mattina di Capodanno, la vetta del pizzo Formico, montagna posta sullo spartiacque tra l'altopiano di Clusone e la Valgandino.
Lassù, a 1.637 metri di altitudine, di fronte a un panorama mozzafiato e nel silenzio dell'alpe hanno partecipato alla Messa celebrata ai piedi della grande Croce ferrea innalzata sulla cima nel 1933 dai fratelli Colombo di Clusone. A officiare l'Eucaristia, per il 41° anno, don Martino Campagnoni, 84 primavere, responsabile del Patronato San Vincenzo di Clusone. Era affiancato, nella celebrazione, da altri due sacerdoti. «Come sempre si è trattato – ha dichiarato don Martino – di una giornata speciale, grazie anche a una temperatura non troppo rigida. Non mi sarei poi aspettato una partecipazione così numerosa di appassionati di montagna, che hanno raggiunto la vetta del Formico salendo da Gandino e anche dal Pianone di Clusone»
Nel corso dell'omelia sono stati ricordati i Caduti in montagna e anche Cati Ongaro, scomparsa lo scorso anno, che per innumerevoli anni ha gestito, con immensa passione, il rifugio Farno, oggi chiuso. Tra i presenti, in cima al Formico sono saliti anche il sindaco di Clusone Paolo Olini, la guida alpina Edo Panizza e i fratelli Luigi, Giusepì e Antonio Trussardi di Clusone che, come sempre, dopo la Messa hanno offerto una fetta di panettone e un sorso di spumante come augurio per l'anno appena iniziato.
In 500 sul Formico, ricordando Cati
04-01-2011