Dal mondo, per i tessuti di Gandino

Delegazione di esperti in visita al Museo della basilica: anche da Versailles e dal MetropolitanStupore di fronte ad alcuni ricami. «Non è archeologia: sui nostri rilievi si basa il design di oggi»

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17/10/2010
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Alcuni esperti del Centro internazionale di studio dei tessili antichi osservano da vicino un pezzo custodito al Museo della basilica

«Adorable, magnifique, étonnant». La lingua ufficiale era rigorosamente il francese, ma i complimenti e le espressioni di ammirato stupore sono arrivate da ogni parte del mondo. Gandino ha ricevuto ieri la visita dei maggiori esperti mondiali di tessuti, presenti in questi giorni a Milano per una «due giorni» di lavoro che riunisce studiosi di ogni continente, in rappresentanza delle realtà museali più prestigiose del globo.
«Gli studiosi sono associati – spiega Silvio Tomasini, rettore del Museo della basilica gandinese – in uno specifico organismo denominato Cieta, acrostico francese del Centro internazionale di studio dei tessili antichi. È un'associazione fondata nel 1954, per coordinare i metodi di lavoro impiegati dagli esperti di tessuti antichi». La sede dell'associazione è a Lione, in Francia, dove vengono catalogate le varietà tessili più pregiate, codificando procedure di tessitura e tecniche di restauro e conservazione. Fanno parte del Cieta 525 rappresentanti di 34 nazioni.
Da Lione a New York
A Gandino è arrivata – accolta anche dal prevosto don Innocente Chiodi e dall'assessore alla Cultura, Filippo Servalli – una corposa delegazione del direttivo mondiale, guidata dalla presidente Birgitt Borkopp-Restle che, in Svizzera, è titolare della cattedra di Storia delle arti tessili dell'Università di Berna. Con lei studiosi di ogni parte del pianeta. Da segnalare fra gli altri Marie Anne Privat Savigny del «Musée des Tissus et des Arts décoratifs» di Lione, Sharon Takeda del «Los Angeles Country Museum of Art», Melinda Watt del «Metropolitan di New York», Rosa Martin i Ros del Museo di Barcellona, Pierre Arizzoli Clémentel, del Museo di Versailles e presidente onorario del Cieta. Da ricordare anche i rappresentanti dei musei di Vienna, Bruxelles, Copenaghen, Parigi, Ginevra e Roberta Orsini Landini di Firenze.
Tre anni fa simposio a Como
«L'attività del Cieta – ha sottolineato la presidente – prevede che a cadenza biennale vi siano riunioni internazionali per valutare i progressi realizzati nel campo della ricerca tessile. Già nel 2007, quando il simposio internazionale si era tenuto a Como, patria della seta, avevamo avuto modo di scoprire Gandino. Quest'anno abbiamo deciso di approfondire il ricchissimo patrimonio della basilica, del museo e dell'antica chiesa di Santa Croce».
A coordinare la giornata gandinese è stata in particolare Chiara Buss, direttrice del dipartimento di Arti applicate dell'Isal, l'Istituto per la storia dell'arte lombarda che ha sede a Cesano Maderno, nell'antico palazzo Arese Jacini.
Patrimonio unico
«Gandino – conferma il rettore Tomasini – è un microcosmo che presenta peculiarità uniche e di valore inestimabile. I mercanti di pannilana che hanno portato nel loro paese natale prodotti tessili di ogni parte d'Europa e non solo, hanno fatto sì che si creasse una raccolta che per quantità, qualità e varietà rappresenta un unicum di rara efficacia».
Le esclamazioni di stupore si sono sprecate per l'intero pomeriggio e le studiose si davano spesso di gomito per sottolineare alle colleghe alcune lavorazioni particolarissime, apprezzabili con occhiali, lenti d'ingrandimento e (specie per le esperte arrivate dagli States) con dispositivi digitali.
Per l'occasione gli «Amici del museo» hanno esposto decine di paramenti sacri e tessuti, in alcuni casi ancora utilizzati per le funzioni più solenni, ma normalmente non visibili al pubblico. Notevoli apprezzamenti anche per la collezione di merletti, di recente al centro della mostra «Storie d'Intrecci» che in tutta la Val Gandino ha raccolto migliaia di visitatori nelle scorse settimane.
«Lo studio dei tessuti antichi – ha sottolineato Chiara Buss – non è un lavoro di carattere archeologico. I nostri rilievi rappresentano una base importante anche per gli istituti che seguono la moda e il design: determinati procedimenti che ancor oggi affascinano per maestria sono alla base dell'innovazione che il tessile del nuovo millennio può valorizzare».

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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