Eccellenza Dalla Ghisalbese è tornato il bomber ex Atalanta
La rosa della Gandinese 2010/2011Squadra che vince, si sa, non si cambia. E perché dunque cambiare questa Gandinese che, negli ultimi due anni, il suo campionato lo ha praticamente ‘vinto'? Perché smontare un giocattolino costruito in casa, ogni anno sforbiciando sul bilancio e abbassando l'età media, ma comunque sempre riuscendo a centrare un obiettivo primario chiamato ampia e meritatissima salvezza? E infatti, a Gandino – o meglio, a Gazzaniga, dove ieri mattina è cominciata la nuova avventura d'Eccellenza del gruppo rossonero – non è cambiato praticamente nulla. Lo storico presidente Tonino Bosio ha affidato la sua prima squadra a uno staff più che rodato, che trova in Roberto Radici la sua massima espressione: direttore generale e al tempo stesso allenatore (facente pure funzioni di preparatore atletico), alla guida di un gruppo creato con abbondante utilizzo di carta carbone.
La rosa è identica a quella salutatasi a maggio, con l'aggiunta di Matteo Masserini, pregiatissimo cavallo di ritorno: il bomber di lontana scuola atalantina, lo scorso anno in forza alla Ghisalbese, è l'unico innesto della Gandinese 2010-2011, affiancato ovviamente a un fresco manipolo di juniores in attesa di lancio.
Nulla di cui stupirsi, questa è la filosofia di un club fra i più autoctoni del panorama locale. «Andiamo avanti nel segno della continuità – dice Roby Radici battezzando la nuova stagione – sapendo che il nostro fine è ancora quello di ottenere la permanenza in categoria; e sperando di centrarlo senza troppo soffrire, come già accaduto nel recente passato». Un bersaglio teoricamente alla portata, almeno sulla scorta di ragionamenti che scorrono con una certa logica: «I nostri giovani sono gli stessi degli ultimi periodi, ma hanno in più le esperienze importanti maturate in categoria. Inoltre il ritorno di Masserini ci permette di aumentare il potenziale offensivo e dunque affrontare la nuova sfida con qualche certezza in più».
Una logica che non si presta a grosse obiezioni, anche perché il mister respinge anche quello che potrebbe essere il rischio di una certa assuefazione latente: «Ovviamente, nessuno di noi deve sentirsi la salvezza già in tasca. Per raggiungere il nostro scopo non basta pensare semplicemente di averlo fatto senza problemi anche in passato: gli avversari si sono rinforzati, noi non siamo più una sorpresa per nessuno e credo che solo conservando l'umiltà e lo spirito battagliero che ci ha sempre contraddistinto sarà possibile confermarsi a certi livelli». Lo ripeterà in continuazione, Radici, al suo gruppo compatto come pochi: «Il calcio non è una scienza esatta, però fra le sue poche certezze c'è quella che la continuità paga. Per un allenatore, poter contare su uno zoccolo duro è sempre una solida base su cui costruire il proprio lavoro: meglio ancora se, come nel mio caso, lo zoccolo è composto da… tutta la squadra!».