Tintoria e ciodera, luoghi del cuore

Il Fondo italiano per l'ambiente ha lanciato il 5° censimento per far conoscere località e monumentiI due siti legati a Garibaldi e all'epopea tessile: mille firme per aderire alla campagna del Fai

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06/08/2010
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I ruderi della Ciodera Torri, nella zona degli antichi opifici a Gandino

Le cartoline distribuite in tutta Italia hanno un messaggio eloquente: alla scritta «Lui l'ha unita, tu puoi salvarla» si affianca l'effigie di Giuseppe Garibaldi, armato di penna e scheda voto.
È la campagna nazionale lanciata dal Fai, Fondo italiano per l'ambiente, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica e con il patrocinio del ministero per i Beni e le attività culturali.
L'iniziativa, che costituisce il 5° censimento nazionale del Fai, chiede ai cittadini di segnalare i «luoghi del cuore», votando località e monumenti della Penisola da far conoscere e amare.
Una campagna che desta grande interesse e che anche in Bergamasca in questi anni ha portato, per esempio, al recupero del mulino di Baresi, in alta Valle Brembana.

Lo «scarlatto» dei Mille
Fra i Comuni che hanno aderito all'iniziativa, che gode del sostegno di Banca Intesa Sanpaolo, c'è anche Gandino: attraverso la biblioteca ha avviato una campagna di sensibilizzazione per due «luoghi del cuore», legati proprio all'epopea garibaldina e alla storia industriale della Valle Gandino.
«Nel primo caso – spiega l'assessore Filippo Servalli – si tratta della Tintoria degli Scarlatti di Prat Serval, oggi piccola cascina all'imbocco della strada verso Valpiana e un tempo deputata alla tintura del pregiato "scarlatto di Gandino", un rosso acceso che affascinò anche Garibaldi. Qui, infatti, furono tinte le camicie rosse dei Mille, grazie alle sapienti alchimie dei fratelli Maccari e alla mediazione di Gian Battista Fiori. Un episodio ritornato in auge proprio quest'anno, nel 150° della spedizione garibaldina. Lo scorso aprile Anita Garibaldi, pronipote dell'Eroe dei due mondi, ha visitato la Tintoria, dove dal 1961, centenario dell'Unità d'Italia, è posta una lapide a ricordo».

Si asciugavano i pannilana
Fra i «luoghi del cuore» Gandino indica anche la Ciodera Torri, probabilmente l'ultimo edificio industriale di questo tipo ancora in buono stato in Italia, utilizzato fino a qualche decennio fa per la stesura e l'asciugatura dei pannilana di cui Gandino fin dal 1400 era produttore fiorente.
«Dopo la lavorazione e la feltratura – ricorda Servalli – i pannilana venivano stesi per l'asciugatura. Le strutture a ciò demandate erano le cosiddette "ciodere", stenditoi esposti a Sud e collocati sui ripidi pendii che raccordano la valle del Romna con l'altopiano su cui è adagiato Gandino. Erano costituiti per lo più da tre lati in muratura, mentre il versante Sud era completamente aperto. La struttura alla quale venivano fissati i pannilani, mediante chiodi, da cui il nome ciodera, era di legno con aste orizzontali mobili».

ospiterà eventi culturali
La sistemazione dell'edificio dovrebbe consentirne l'utilizzo per iniziative di carattere culturale e quale percorso museale.
In queste prime settimane di voto i risultati sono già interessanti: le cartoline voto raccolte sono più di 500 sia per la Tintoria che per la Ciodera. Per votare i «luoghi del cuore» gandinesi è possibile rivolgersi alla biblioteca, dove sono disponibili le cartoline da compilare, ma c'è anche il sito internet www.iluoghidelcuore.it, dove con la semplice ricerca «Gandino» è possibile votare on line fra i luoghi già segnalati. La campagna del Fai terminerà il prossimo 30 settembre.

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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