Una decina, forse avvelenati, trovati morti nella zona di via Ca' dell'Agro
Un mese fa il furto di sei asinelli destinati all'ippoterapia, ora una moria di gatti che non appare casuale. Sono ancora gli animali al centro dell'attenzione a Gandino, dove una lettrice ha segnalato a L'Eco il susseguirsi di episodi che lasciano pensare a un intervento sistematico da parte di persone senza cuore. Nel caso degli asinelli la storia aveva avuto un parziale lieto fine, visto che tre animali erano stati ritrovati a Brusaporto e consegnati ai legittimi proprietari. Per i gatti invece nessuna speranza: almeno sette di loro, forse dieci, sono già cadaveri. «Nelle strade laterali di via Ca' dell'Agro – ha scritto la lettrice – in particolare nei vicoli Isonzo, Tagliamento e Servalli di Gandino, da qualche giorno si stanno verificando delle morti improvvise e sospette di gatti. Le carcasse dei poveri animali sono state ritrovate sulle strade oppure nelle proprietà che si affacciano sulle vie».
I primi casi risalgono a mercoledì 14 aprile, ma altri si sono registrati nel fine settimana. Una zona residenziale tranquilla quella interessata dai possibili avvelenamenti. «Negli ultimi anni – segnala un residente – il numero di animali randagi, in particolare gatti, è cresciuto parecchio, complici un paio di caseggiati disabitati dove gli animali trovano facile rifugio». Nessuno segnala però problemi particolari, anzi i gatti per molti erano una presenza ormai familiare, tanto che per alcuni c'era anche un nome, come nel caso di «Macchiolina», una delle vittime della moria di questi giorni. «Non facevano del male a nessuno – sottolinea a malincuore Carmen Imberti che insieme al marito Luigi vive in vicolo Isonzo –, in questi anni è capitato di offrire cibo e accoglienza ad alcuni. Una volta ne avevamo soccorso uno particolarmente malandato, portandolo dal veterinario. In alcuni casi abbiamo notato i gatti in piena salute poche ore prima di trovarli morti, in altri hanno invece mostrato segni di malessere degenerati in brevissimo tempo».
Nei commenti dei residenti emergono anche episodi passati, quando ad essere avvelenato fu un cane o quando dalle radiografie alla zampa dolorante di un gattino emersero tracce di pallini da caccia. C'è anche chi segnala che il numero di randagi abbia avuto nel corso dell'anno improvvise flessioni, che non si spiegano con la sola possibile migrazione in altri luoghi. «C'è qualcuno – conclude la signora Carmen – che ritiene gli animali un semplice fastidio. È un comportamento che vogliamo denunciare con forza».