Val Gandino, raffica di furti in case e ditte

Guardia spara in ariaNel mirino quattro società della famiglia RadiciVigilante esplode tre colpi a scopo intimidatorio

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Data pubblicazione: 

24/03/2010
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La sede della Radici Pietro Industries and Brands di Cazzano

Raffica di furti in Val Gandino nella notte fra lunedì e ieri (22 Marzo, ndr): nel mirino quattro aziende legate alla famiglia Radici, ma anche abitazioni a Leffe, Cazzano e Peia. Un'operazione a tappeto, su cui ora stanno indagando i carabinieri di Gandino.
Il primo allarme dopo l'una a Gandino, dove ignoti hanno sfondato una porta di accesso alla sede principale di Radici Partecipazioni in via Ugo Foscolo. I malviventi hanno tentato di neutralizzare il sistema d'allarme che ha comunque allertato le guardie private dell'Istituto di sorveglianza provinciale bergamasco (Ispb), prontamente intervenute. Nulla è stato rubato, tanto che si è proceduto ad un'ispezione degli uffici per verificare se gli intrusi fossero ancora presenti nello stabile. Sul posto è accorsa anche una pattuglia di carabinieri di Gandino, in quelle ore in servizio di prevenzione notturna.
Attorno alle 3 un secondo allarme, sempre legato a Radici Partecipazioni, questa volta nella sede di via Ca' Antonelli, che ospita anche la Geogreen, pure facente capo alla famiglia Radici. Anche qui gli intrusi sono stati dissuasi dal sistema di allarme. La guardia giurata dell'Ispb ha avuto modo di vedere un uomo allontanarsi di corsa e ha esploso tre colpi di pistola in aria a scopo intimidatorio. Il malvivente, ad ogni modo, si è dileguato.
A supporto dei carabinieri di Gandino sono arrivate in valle anche le pattuglie di Albino e Clusone, che presto sono state chiamate ad un nuovo intervento, questa volta alla sede della Radici Pietro Industries and Brands di Cazzano Sant'Andrea, che fa capo al gruppo di Miro Radici. Qui i malviventi sono riusciti ad accedere all'area uffici ai piani superiori della portineria, scardinando alcune porte interne e provvedendo a disattivare le fotocellule di rilevamento del sistema d'allarme. Hanno messo a soqquadro e aperto armadi, ma senza rubare nulla di significativo. Anche qui l'allarme è scattato e pronto è stato l'intervento di carabinieri e Ispb. Gli impiegati arrivati al mattino hanno trovato le forze dell'ordine ancora intente a completare i rilievi, a caccia di impronte e altri indizi. Fuori dall'azienda si è formato un capannello di persone, che ha contribuito a diffondere le voci relative all'accaduto in tutta la Val Gandino. Attorno alle 10,30 gli impiegati hanno ripreso regolarmente il lavoro, mentre i reparti produttivi non hanno subito nessun fermo o rallentamento.
Quanto ai furti in abitazione, ha imperversato la cosiddetta «banda del forellino». Ad essere prese di mira innanzitutto alcune abitazioni di via Buonarroti a Leffe. È stata «visitata» la casa bifamiliare di due fratelli, dove i ladri sono penetrati con il classico e ormai tristemente noto foro praticato in prossimità del meccanismo di apertura degli infissi. Di poco conto il valore del bottino asportato mentre i proprietari dormivano: un paio di borse con documenti (poi ritrovate in giardino) e pochi contanti. Nella vicina casa di un professionista sono spariti gioielli. Colpite anche due abitazioni in via Melgarolo a Cazzano e in via Miravalle a Leffe. In quest'ultimo caso il bottino più ingente: i ladri hanno messo a soqquadro l'intera abitazione e si sono impossessati di una Mercedes C63.
Il veicolo era dotato di antifurto satellitare, ma il Gps non ha modo di individuarne la posizione: questo lascia pensare a professionisti che hanno immediatamente provveduto a «schermare» il veicolo ponendolo all'interno di un container o simili. In via Melgarolo sono spariti gioielli. La razzia non ha risparmiato nemmeno Peia, dove, in via Campo Sportivo, è stata presa di mira una villetta. I ladri però sono fuggiti, forse disturbati dal proprietario che ha sentito rumori sospetti e si è svegliato. Gli episodi hanno destato impressione fra la gente della Val Gandino e i carabinieri di Gandino hanno avviato indagini a tutto campo. A Leffe è stata individuata una Fiat Panda rubata: forse i malviventi l'hanno usata per poi abbandonarla e scappare con la Mercedes.
I carabinieri hanno raccolto indizi e non escludono nessuna ipotesi. La concentrazione dei furti sulle aziende legate alla famiglia Radici è un dato che balza evidente, ma le dimensioni dei fatti e il raggio d'azione dei ladri non farebbero ritenere probabile un collegamento tra gli episodi. I carabinieri invitano tutti i cittadini a segnalare qualsiasi particolare utile alle indagini, compresi movimenti sospetti di auto o persone nella notte e nei giorni precedenti i furti.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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