«Vogliamo campi da gioco più sicuri»

Ancora gravi le condizioni di Massimo Caccia, finito contro il muro che delimita il terrenoI compagni del calciatore ferito a Vall'Alta avviano una campagna di sensibilizzazione

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02/02/2010
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Al via una campagna per avere campi da calcio più sicuri

Restano gravi le condizioni di Massimo Caccia, il trentaquattrenne di Gandino infortunatosi gravemente lo scorso 23 gennaio a Vall'Alta di Albino nel corso dell'incontro che opponeva la formazione locale all'Oratorio Gandino B, in un incontro valido per il campionato Liberi del Csi.
Massimo Caccia aveva sbattuto con violenza, dopo uno scontro di gioco, contro il muro che corre lateralmente al campo di Vall'Alta. Caccia – che è sposato, padre di una bimba di 4 anni e vive nella frazione di Barzizza – è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva della Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti. Nel fine settimana le sue condizioni, pur in un quadro complessivamente stazionario, hanno destato maggiori preoccupazioni, soprattutto per la pressione esercitata dagli ematomi, che vengono continuamente monitorati. I medici hanno valutato l'ipotesi di un intervento, al momento scongiurato.
A Gandino la gente vive con particolare apprensione l'evolversi della situazione. Non si parla d'altro e tutti con discrezione vogliono essere vicini alla famiglia. Alcuni compagni di squadra si alternano nelle brevi viste in ospedale. Domenica sera, al termine della tradizionale processione di San Giovanni Bosco in oratorio, il prevosto monsignor Emilio Zanoli e il curato don Alessandro Angioletti hanno invitato a pregare per Massimo, perché possa vincere questa difficile partita.
Da registrare intanto l'iniziativa dei compagni di squadra, che vogliono che da questo episodio si tragga insegnamento. «Già sabato dopo l'incidente – spiega Paolo Carnazzi, compagno di squadra di Caccia – ci siamo detti che non è giusto, che non si può finire in un reparto di Terapia intensiva per una partita di calcio. Ogni fine settimana disputiamo incontri sui campi di calcio della provincia e quanto è successo a Vall'Alta potrebbe capitare a Gandino e in mille altri campi, dove giocano adulti, giovani, ma anche tanti ragazzini. D'accordo con il nostro responsabile, Leonardo Piazzini e soprattutto con la moglie di Massimo, Alessandra Picinali, vogliamo avviare una campagna di sensibilizzazione per la messa in sicurezza dei campi da gioco. Lo faremo innanzitutto a Gandino, ma chiediamo a tutti di unirsi ai nostri sforzi, perché la fatalità esiste, ma una maggiore prevenzione può davvero limitare incidenti come quello accaduto a Massimo».
La proposta dei giovani di Gandino è già sul tavolo del comitato di Bergamo del Centro sportivo italiano, dopo l'incontro avuto con il presidente Vittorio Bosio. «È un problema che dobbiamo affrontare con convinzione – afferma Bosio – e per quanto possibile sosterremo la proposta dei compagni di Massimo. È necessario essere realisti, tenendo conto che davvero in provincia sono moltissime le situazioni di rischio, non soltanto sui campi d'oratorio. Non facciamo proclami, non potremo fare tutto e subito, ma credo che il Csi e tutte le società affiliate sapranno agire con lo spirito che da sempre le contraddistingue. Le prossime riunioni del direttivo provinciale avranno il tema all'ordine del giorno».

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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