L'incidente sul campo dell'oratorio di Vall'Alta: Massimo Caccia, 34 anni, è in terapia intensiva
Un urto spaventoso, l'angoscia di compagni, familiari e avversari. Sono ancora gravi, ma fortunatamente stazionarie, le condizioni di Massimo Caccia, il trentaquattrenne di Gandino infortunatosi sabato scorso durante l'incontro di calcio che metteva di fronte, sul campo dell'oratorio di Vall'Alta la formazione locale «B» e l'oratorio Gandino B. In quest'ultima società milita nel ruolo di attaccante Massimo, che vive nella frazione di Barzizza con la moglie Alessandra, sposata nel 2003, e la figlia Camilla di appena 4 anni.
Caccia ha sbattuto con violenza contro il muro che delimita il campo: è ricoverato nel reparto di terapia intensiva della neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Bergamo. I medici segnalano un quadro clinico preoccupante e articolato, che non consente di sciogliere la prognosi. Massimo, intubato per complicanze polmonari, presenta fratture della scatola cranica ed ematomi esterni costantemente monitorati.
L'incidente è avvenuto sabato pomeriggio, verso la fine del primo tempo, con il punteggio di 2-1 in favore della formazione di Gandino. «Un incidente di gioco – conferma Stefano Nicoli, responsabile della formazione di Vall'Alta – avvenuto in prossimità della linea laterale che è posta a poca distanza dal muro che corre a fianco del campo». Massimo difendeva il pallone e il tentativo del difensore di casa di contrastarlo ha portato alla caduta e all'urto con il capo contro il muro di contenimento. «L'impatto è stato violentissimo – conferma Giorgio Robecchi, team manager della formazione gandinese – un tonfo sordo avvertito da tutti i calciatori e dal pubblico. Abbiamo percepito immediatamente che si trattava di qualcosa di molto grave. Due compagni di squadra, Dario Spampatti e Fabrizio Merelli, sono subito accorsi prestando le prime cure, estraendo la lingua all'infortunato che rischiava altrimenti il soffocamento».
Un volontario con esperienza di pronto soccorso ha ulteriormente monitorato la situazione in attesa dell'ambulanza del 118, giunta sul campo dopo pochi minuti. La partita è stata immediatamente sospesa. Impossibile continuare per tutti, per giovani che ogni domenica vivono lo sport con entusiasmo.
La moglie Alessandra segue con comprensibile apprensione l'evolversi del quadro clinico del marito. «Non ero presente alla partita, ma ho raggiunto l'ospedale non appena mi è stata comunicata la notizia. Viviamo ore di attesa, i medici sono cauti perché il quadro è complesso e per altre 48 ore non è possibile escludere nemmeno la possibilità di un intervento. Massimo è riuscito a fare qualche parola, ha riconosciuto i compagni e gli amici che subito dopo l'incidente e in questi giorni di attesa ci sono stati vicini. Devo loro un grazie sentito». Massimo Caccia giocava da sempre nelle formazioni gandinesi, seguito da papà Mario, vigile urbano di Gandino morto improvvisamente una ventina di anni fa. Lo scorso anno per Massimo era stata grande la soddisfazione per la promozione conquistata dalla squadra, una delle tre formazioni «liberi» dell'oratorio Gandino.
L'altra sera all'oratorio l'emozione è stata forte anche in occasione dell'incontro dedicato a sport e educazione (in cui si racconta a pagina 34), in cui ha presenziato anche il vescovo monsignor Francesco Beschi che prima della benedizione conclusiva ha invitato a pregare per Massimo.