Pronta la bretella per il monte Farno

La nuova strada libera dal traffico l'abitato di BarzizzaUn semaforo intelligente sul tratto in zona Cà da Pì

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Data pubblicazione: 

15/01/2010
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La nuova strada che porta al monte Farno bypassando Barzizza
La strettoia di Barzizza

L'inizio del 2010 ha portato una grossa novità a Gandino, dove ieri, dopo lunghe traversie, è stata aperta al traffico la nuova strada che bypassa l'abitato della frazione di Barzizza, dove il traffico è sostenuto nei fine settimana e durante il periodo estivo. «La bretella verso il Farno – conferma il sindaco Gustavo Maccari che segue in prima persona anche i Lavori pubblici – era uno dei punti importanti del programma amministrativo già al momento del nostro insediamento, nel 2002. Un'opera attesa, che ha avuto un iter problematico sia nella fase di gestazione sia in quella realizzativa».
Tutto era iniziato nel 2000, quando la Concossola (società comunale creata dall'amministrazione leghista del sindaco Marco Ongaro) affidò l'incarico del progetto al geometra Giovanni Re. Nell'imminenza delle elezioni amministrative del 2000 fu avviato un cantiere, allora definito «fantasma» dalla minoranza perché ritenuto privo del necessario iter tecnico e autorizzativo da parte del Comune. Dal 2002, con l'avvento di Maccari, il progetto viene completato sempre da Re, con polemiche infuocate riguardo ad alcune modifiche di tracciato duramente contestate dalla Lega Nord, che definendo «clientelari» le scelte attuate, portò di fatto alle dimissioni nel 2005 dell'allora assessore, architetto Leonardo Motta, legato a Forza Italia. Dopo varie traversie e ricorsi al Tar, i lavori iniziarono nell'ottobre 2005 ma nel luglio 2006 furono sospesi a seguito di sopralluoghi e su indicazione del collaudatore in corso d'opera nominato da parte del Comune. Una perizia suppletiva portò all'individuazione di inadempimenti contrattuali. Nonostante si fosse un'altra volta in campagna elettorale, nel 2007 la Giunta Maccari volle verificare fino in fondo i problemi emersi. Il nuovo direttore dei lavori, l'ingegner Ezio Goggia, ha quindi effettuato le verifiche rispetto a quanto realizzato dall'impresa appaltatrice – la Fratelli Doneda – e in relazione alla corretta esecuzione del progetto. Dopo lunga negoziazione, che ha visto contrapposte le azioni legali del Comune e quella dell'impresa che confutava il progetto originale del geometra Re, le parti hanno trovato un accordo extragiudiziale a fine 2008, decidendo di procedere alla realizzazione di nuove opere, non previste nel progetto originale ma necessarie al completamento della bretella. «Si tratta di lavori di consolidamento – conferma Maccari – dei manufatti già realizzati al fine di aumentare la sicurezza strutturale, rendendo nel contempo maggiormente fruibile e confacente la struttura della strada. La parte economica è lievitata portando il costo complessivo dell'opera intorno ai 930 mila euro. La scelta prioritaria dell'amministrazione è stata quella di far sì che l'opera rispondesse ai requisiti di sicurezza necessari».
Nel 2009 i lavori, la possibile apertura entro l'estate e un ultimo nodo da sciogliere per la sistemazione urbanistica a valle, appena oltre l'abitato di Gandino. La soluzione che ha consentito l'apertura della strada prevede l'installazione di un semaforo. Il problema è l'innesto su via Milano (che sale da Gandino a Barzizza) della strada che immette gli utenti della bretella nella zona di Cà da Pì. «Il semaforo – dice il sindaco – è a "lettura intelligente", è cioè in grado di leggere la situazione di traffico lungo le due direttrici e gestire di conseguenza il rosso e il verde. Sostanzialmente favorirà, nei giorni feriali, il flusso da e per Barzizza, mentre nel fine settimana il transito verso il Farno avrà adeguate tempistiche». Da registrare negli ultimi mesi le prese di posizione di alcuni residenti della zona di Cà da Pì, preoccupati dell'aumento di transiti e per la pericolosità dell'innesto. «Abbiamo affidato – conclude il sindaco – all'ingegner Algeri lo studio progettuale per completare anche questo lotto, reperendo i fondi, circa 500.000 euro, per portare avanti nel 2010 anche questo ultimo tassello di un'opera tanto tribolata».

Dai ricorsi al Tar alle proteste dei residenti
Un'odissea iniziata nell'ottobre del 2000
La necessità di una strada alternativa per l'accesso al monte Farno è all'ordine del giorno a Gandino da almeno una quindicina d'anni. Una scelta che pur vedendo sostanzialmente tutti d'accordo, si è parecchio ingarbugliata per vicende politiche (in due occasioni in coincidenza con le elezioni), progettuali e tecniche.
Il primo atto ufficiale è del 12 ottobre 2000, con l'affidamento progettuale da parte della società comunale Concossola al geometra Giovanni Re. Nel dicembre 2000 la Giunta leghista di Marco Ongaro approva il progetto che prevede una spesa per il primo lotto di un miliardo e duecento milioni di vecchie lire. Nel maggio 2002 il nulla osta ai lavori, assegnati da Concossola senza gara d'appalto. Arriva il ribaltone alle elezioni e viene richiesto a Concossola (poi liquidata) un dettaglio dei lavori e dei costi, che risultano ammontare a oltre 800.000 euro per il primo lotto e circa 500.000 per il secondo, cioè il doppio del previsto. Nel 2004 il Comune approva la variante al Prg che consente la realizzazione della strada. Nel 2005 il progetto definitivo, l'inizio lavori e le verifiche in corso d'opera che richiedono un supplemento di polemiche e di lavori. Nel 2009 nuove proteste da parte dei residenti di Cà da Pì, per la zona d'innesto a valle dove si riversa il traffico della bretella. Alcuni arrivano a minacciare di bloccare la strada alla sua apertura.

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