Fondi del Bim destinati solo a Gandino? Sindaci in Val Seriana divisi sulle priorità

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11/01/2010
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Palazzo Giovanelli a Gandino

La destinazione dei fondi del Bim del Serio (Bacino imbrifero montano) per l'intervento di recupero di parte del palazzo Giovanelli di Gandino accende il dibattito tra gli amministratori della Valle Seriana. Mentre si discute, a mettere nero su bianco la sua contrarietà ci ha pensato il sindaco di Aviatico, in una lettera inviata ai colleghi di tutta la valle.
Nella missiva si chiede di rivedere la scelta che – su indicazione della «vecchia» Comunità montana Valle Seriana con sede ad Albino, poi unitasi con l'alta valle nel nuovo ente cumulativo – destina 40 mila euro l'anno per i prossimi 20 anni al restauro del palazzo, che si trova appunto a Gandino. Il dibattito è serrato, fra pro e contro: a decidere se rinnovare l'indicazione fatta al Bim o chiedere un cambiamento di rotta sarà l'assemblea della Comunità montana nuova versione. La delibera era infatti stata firmata dal direttivo dell'ente della bassa valle, allora commissariato, proprio a poche ore dallo scioglimento. La nuova assemblea discuterà adesso se ratificare quell'indicazione.
Ma facciamo un passo indietro. Il 22 settembre 2009, giorno in cui si è riunita l'assemblea che ha portato alla costituzione della nuova Giunta esecutiva del maxi ente montano, il direttivo di Albino aveva deciso di destinare, per i prossimi due decenni, circa 40 mila euro all'anno provenienti dal Bim proprio per l'antica struttura del XVI–XVII secolo. Ora però, dopo il rinnovo amministrativo, diversi primi cittadini dei 18 Comuni dell'ex comunità montana della bassa valle non condividono più il progetto. Ed è polemica. «La soluzione precedentemente individuata – spiega il sindaco di Gandino, Gustavo Maccari – ci permetteva di reperire fondi importanti, complementari e necessari per ottenere un cospicuo finanziamento della fondazione Cariplo grazie al progetto relativo al Distretto culturale. Abbiamo già incontrato diversi sindaci, per tentare di far comprender loro i risvolti positivi di questa operazione». Maccari difende la soluzione che potrebbe attirare importanti fondi sul suo Comune e trova l'appoggio anche di altri amministratori, che siedono tra le fila dei sindaci esclusi dal gruppo di maggioranza in seno alla Comunità montana e che fanno capo al centrosinistra. «Si potrebbe ipotizzare una compartecipazione dei Comuni – sostiene il sindaco di Nembro, Eugenio Cavagnis – che potrebbero diventare in minima parte proprietarie di quote dello stabile, senza quindi fare regali a Gandino. Destinare i fondi Bim per il palazzo Giovanelli salverebbe, con tutta probabilità, l'intero progetto di promozione culturale della valle che ci ha permesso di ottenere il 50% delle risorse necessarie dalla Fondazione Cariplo. In ballo ci sono diversi milioni di euro».
Proposta che trova lo scetticismo di numerosi primi cittadini tra cui Clara Poli, sindaco di Fiorano e assessore alle Politiche sociali dell'ente montano: «Ci sono altri servizi utili per i Comuni. I fondi potrebbero essere destinati per progetti di maggiore valenza turistica, o piuttosto per risolvere problemi strutturali che toccano più paesi come ad esempio una nuova caserma dei carabinieri. In tempi di ristrettezze economiche i fondi del Bim vanno spesi con maggiore attenzione». Il confronto sul tema sta coinvolgendo tanti amministratori. Il sindaco di Aviatico Anselmo Stefano Dentella, si diceva, il 5 gennaio ha scritto ai colleghi della Comunità montana, ponendo due interrogativi: «Si ritiene condivisibile il fatto che un'amministrazione comunale della comunità, con la complicità di chi era formalmente preposto per assumere decisioni in quel momento, abbia subdolamente (il riferimento è ai tempi e modi e modi di assunzione della delibera, ndr) operato affinché risorse proprie della Comunità montana venissero assegnate a quell'amministrazione comunale senza che gli altri Comuni membri ne fossero a conoscenza? Si ritiene condivisibile il fatto che una parte rilevante delle risorse oggi a disposizione della Comunità montana siano destinate a finanziare un intervento senza alcun requisito di "montanità", con una valenza sovraccomunale quantomeno discutibile, con un cofinanziamento pressoché insignificante da parte dell'amministrazione comunale direttamente interessata?».
Nella lettera il primo cittadino si interroga anche sul ruolo degli altri Comuni dell'alta valle: «Riteniamo inoltre che la questione non possa essere di fatto delegata, con un voto di astensione da parte dei Comuni della ex comunità montana di Clusone, ai soli Comuni della ex comunità di Albino».
«La prossima assemblea della Comunità montana della Valle Seriana è stata convocata per il 21 gennaio, alle 20,30, nell'auditorium delle scuole elementari di Clusone – spiega l'assessore alla Cultura dell'ente montano, Guido Fratta – proprio per discutere la delibera di assegnazione dei fondi Bim. Non vogliamo contestare l'intervento, che consideriamo positivo, ma discutere sul metodo».

 

Autore: 

Andrea Filisetti

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