I 5 Comuni della Valgandino erano "confederati" secoli fa

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18/12/2009
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Caro Direttore, leggo su Araberara del 18 DICEMBRE l’articolo riguardante la Valgandino con il commento relativo all’incontro tra i Sindaci e i tecnici incaricati di redigere il PGT. Questi ultimi, riporta l’articolo, hanno fatto una provocazione: “Ma scusate, perché non fate un Comune unico?”. I Sindaci si sono guardati, il percorso in effetti andrebbe affrontato… ma poi chi va a raccontarlo ai cittadini e farglielo capire?
Su Araberara del 26 giugno mi sono permesso di gettare un sassolino nel catino della Valgandino, con riferimento a questo problema; questa volta voglio gettare “un sasso nello stagno”, nella speranza che si muovano finalmente le acque. Approfitto della conoscenza di una persona competente nella ricerca di documenti storici del nostro territorio; ha costruito una raccolta voluminosa, dalla quale prendo spunto per segnalare che l’Unione tra i nostri Comuni non è nuova, anzi è vecchia di SETTE SECOLI! Dalla ricerca di cui sopra, ho tratto la sintesi per quanto riguarda questo argomento nel capitolo: “Confederazione della Valgandino”: “Il patto è stato fatto verso la fine del XIII secolo.
La confederazione associava tutti i Comuni del relativo territorio, oltre ai Comuni limitrofi da Cene a Colzate. I medesimi all’inizio conservarono i loro singoli statuti, ma in seguito avvertirono la necessità del patto federale, protetti nella tutela degli interessi comuni. Questi principi non furono mai disconosciuti e l’unione, fra alterne vicende, durò fino al 1797. Nel frattempo fu avvertita la necessità di una Costituzione unica per tutti questi Comuni, ed il nuovo statuto del 1435, fu approvato dal Governo della Repubblica Veneta. Il primo riconoscimento ufficiale per la Confederazione fu rilasciata dai Visconti nel 1364, dichiarando la valle indipendente dalla città e favorendola con “ampi privilegi di carattere commerciale e fiscale”.
Questi privilegi furono poi accresciuti dal Malatesta e dal Doge di Venezia. Altri interessanti argomenti sono trattati in questa ricerca, ma ovviamente non posso riportarli per motivi di spazio. Aggiungo soltanto che sarebbe ridicolo sostenere dopo oltre duecento anni, l’impossibilità di una concreta e totale collaborazione tra i cinque Comuni della Valgandino. Non possiamo metterci in una antistorica controtendenza rispetto agli indubbi progressi culturali e sociali, che l’intera società italiana ha conquistato, soprattutto in questi ultimi decenni. Ovvio che si dovrà sentire anche il parere della popolazione; prima però sono le rispettive Amministrazioni che devono trattare l’argomento, con lo scopo di fare emergere i molti vantaggi ed indicare le soluzioni per eventuali problemi di una certa importanza.
Temo purtroppo che in questa fase le maggiori difficoltà per questa impresa nascano all’interno delle varie Amministrazioni e le presunte ostilità della popolazione siano solo il paravento.

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Vico Coretti - Leffe

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