Valle Gandino, intesa sulla nuova caserma

Sarà demolita e rifattaTutti e cinque i Comuni parteciperanno all'operazioneAbbandonata l'idea di cambiare area. Servirà 20 mila abitanti

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31/07/2009
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La caserma dei carabinieri di Gandino sarà demolita e ricostruita

Per dirla con Galileo verrebbe da affermare: «Eppur si muove...». È sul tavolo da circa un decennio, in Valle Gandino, il progetto di costruzione della nuova caserma dei carabinieri, ora dislocata a Gandino in via San Giovanni Bosco. Adesso un passo avanti per concretizzare nei prossimi anni l'attesa realizzazione.
Alla fine degli anni ‘90 l'amministrazione gandinese presieduta dal sindaco leghista Marco Ongaro aveva addirittura inviato all'Arma un ordine di sfratto, cui erano seguiti i mancati pagamenti del ministero dell'Interno per l'affitto dei locali, di proprietà del Comune. Deciso il cambio di rotta della nuova amministrazione guidata da Gustavo Maccari, a capo di una lista civica, che ha percorso sin dal 2002 l'ipotesi di costruire una nuova caserma, con caratteristiche più consone al servizio che i carabinieri devono espletare su un territorio che comprende cinque paesi (oltre a Gandino anche Leffe, Casnigo, Cazzano e Peia) e una popolazione di quasi ventimila abitanti. «Abbiamo raccolto l'adesione di tutti i Comuni - spiega Maccari - a conferma di come sia possibile avviare un confronto costruttivo al di là delle diverse impostazioni politiche. Nel novembre 2005 abbiamo siglato, alla presenza del luogotenente Giovanni Mattarello che guida la nostra stazione da oltre 25 anni, una specifica convenzione con la quale Gandino si impegnava all'acquisto del terreno e alla predisposizione del progetto, per il quale era stata adottata anche la necessaria variante al piano regolatore. Gli altri Comuni avrebbero partecipato all'accensione di un mutuo di 25 anni di circa 1.200.000 euro».
Le ristrettezze economiche dei Comuni di questi anni, unite ad alcune difficoltà sorte per l'acquisizione del terreno, avevano causato una sorta di stallo nel progetto. «Abbiamo rivisto la questione con il necessario realismo. Ne è scaturito un nuovo accordo fra i Comuni: non più una costruzione ex-novo, ma l'abbattimento e la completa ricostruzione della caserma sull'area attuale di via San Giovanni Bosco, con i necessari interventi che consentano di disporre dei locali di servizio, di detenzione e alloggi adeguati per i militari e le loro famiglie». Una scelta che apre nuovi scenari, innanzitutto progettuali e finanziari, visto che i Comuni dovranno ora trovare la quadra rispetto alla compartecipazione sui costi. «Non è un periodo facile, ma c'è una volontà forte - continua Maccari -. I Comuni diverranno proprietari in forma millesimale della nuova caserma e provvederanno ai costi di gestione proporzionalmente al numero degli abitanti, attivandosi in tutte le sedi competenti per trovare possibili finanziamenti. Il canone di affitto della caserma servirà in via prioritaria alla copertura dei costi di gestione. Importante sottolineare la collaborazione dell'Arma a tutti i livelli: oltre al luogotenente Mattarello, a Gandino una vera e propria istituzione, devo un ringraziamento al comandante provinciale, colonnello Roberto Tortorella, e al comandante della compagnia di Clusone, capitano Luigi Miele». In previsione dei lavori c'è un accordo di massima affinché i militari si trasferiscano per qualche tempo presso caserme della zona, per consentire un più celere avanzamento delle opere.

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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