La storia raccontata dagli archivi

Atti comunali e multe, presentata la catalogazione dal 1100 al 1859

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19/05/2009
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Dall’alto, in senso orario: la presentazione; l’Atto di emancipazione del Comune di Gandino, siglato il 6 luglio del 1233 e conservato nell’archivio storico comunale; una pergamena lunga oltre sei metri; una visita guidata nel salone della Valle, dove è custodito l’atto

Una certosina opera di catalogazione durata quasi dieci anni che contribuisce a mettere a disposizione un patrimonio documentale di grande importanza. È stato presentato sabato nella biblioteca di Gandino il lavoro di riordino, inventariazione e catalogazione dell'archivio storico comunale, oggetto di un progetto finanziato dalla Regione Lombardia e condotto dalla Archimedia di Bergamo.
«È stato un lavoro molto articolato - ha spiegato il sindaco Gustavo Maccari - rispetto al quale, oltre alla necessaria perizia per gestire manoscritti antichi, si sono aggiunti aspetti logistici non secondari». Il lavoro ha riguardato la documentazione della sezione definita «Antico regime» (dal 1100 al 1797), quella prodotta durante la Repubblica Cisalpina, la Repubblica italiana, il Regno italico (dal 1797 al 1815) e il Lombardo Veneto (dal 1815 al 1859).
Alla presentazione è intervenuto Mauro Livraga della Sovrintendenza archivistica di Milano, che ha coordinato l'operazione con la sovrintendente Marina Messina. I dettagli dei lavori sono stati illustrati dai responsabili di Archimedia, il presidente Fabio Luini e Antonino Piscitello, responsabile del settore archivi della cooperativa. «La nuova catalagazione - hanno sottolineato - consentirà un accesso logico e ragionato all'enorme mole di documenti presente a Gandino, già Comune nel 1233».
Molto interesse ha suscitato l'intervento di Pietro Gelmi, studioso di storia locale, che ha illustrato alcune «briciole d'archivio», raccogliendo fra documenti di ogni epoca aneddoti e curiosità: le multe a quanti nel Cinquecento schiaffeggiavano madre o sorella (due lire) o piangevano ai funerali, a chi orinava sotto i portici del municipio, ma anche la condanna per un omicidio di spada commesso sulla soglia dell'antica chiesa di Santa Maria.
«Siamo solo al primo passo - conferma l'assessore alla Cultura Filippo Servalli -, sarà importante individuare a breve una nuova sede di tutto l'archivio, con strumenti adeguati di consultazione. Un'ipotesi riguarda il possibile utilizzo dell'antico convento di Santa Maria ad Ruviales, fino ad alcuni anni fa annesso alla casa di riposo e oggi inutilizzato. È una struttura con locali prestigiosi, quali per esempio la Sala capitolare o la ex cappella con la volta affrescata dal Loverini. Non meno importante programmare e reperire i fondi per completare l'inventariazione dei documenti dal 1860 a oggi».

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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