Raid alla scuola Denunciati quattro ex allievi

Gandino, sono tre minorenni e un diciottenne Individuati dai carabinieri, poi la confessione

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Data pubblicazione: 

29/10/2008
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Già individuati gli autori del raid vandalico alla scuola media «Salvatoni» (foto Fronzi)

Sono tre ragazzi minorenni e un diciottenne della zona gli autori del raid vandalico compiuto a Gandino venerdì sera. A tre giorni di distanza dall'episodio a sfondo razziale, dove sono stati messi a soqquadro alcuni locali della scuola media «Salvatoni» e asportato un server del laboratorio di informatica dell'istituto, i responsabili del gesto teppistico sono stati individuati e denunciati: si tratta di quattro ragazzi (tre minorenni e un maggiorenne), residenti a Cazzano Sant'Andrea e a Gandino, ex allievi della scuola, che hanno ammesso le loro responsabilità e consegnato il computer.
Alla soluzione del caso si è giunti grazie alle indagini, subito attivate dai carabinieri, e si deve all'intuito e alla determinazione del comandante Giovanni Mattarello, l'aver saputo comporre gli elementi e i riscontri raccolti subito dopo la scoperta dell'intrusione notturna nella scuola, coniugandoli con i dati conservati nell'archivio della stazione e facendo appello alla memoria di fatti accaduti in zona nel recente passato.

Indagini tra gli ex alunni
Le indagini si erano orientate subito verso alcuni ex studenti che avevano avuto problemi a scuola e che potevano aver agito a scopo di rivalsa nei confronti dell'istituto. Alcuni dei ragazzi sospettati erano stati convocati in caserma per essere sentiti in merito all'episodio ma i primi tentativi fatti per appurare la verità erano risultati inutili.
Il confronto con i carabinieri alla lunga ha però dato i suoi frutti: lunedì sera l'epilogo positivo. Tutti e quattro i ragazzi hanno confessato di essere gli autori del raid fornendo dettagli circa le modalità di svolgimento. A conferma della veridicità delle loro dichiarazioni, la restituzione dell'hard disk sottratto durante l'incursione.

Denunciati per furto aggravato
Quanto ai motivi che hanno spinto i quattro a compiere quel gesto pare non ne esistano di particolari: quel venerdì sera forse non avevano di meglio da fare e hanno preso di mira la scuola, agevolati dal fatto che l'edificio si trova in posizione isolata e defilata. Nei confronti dei quattro è scattata la denuncia per furto aggravato, danneggiamento aggravato e violazione delle recenti normative riguardati le manifestazioni di razzismo e xenofobia, con le consequenze che essa comporterà sotto il profilo penale, oltre al risarcimento dei danni causati dalle deturpazioni.
Per tutti la denuncia all'autorità giudiziaria (la Procura della Repubblica di Bergamo e la Procura presso il tribunale dei minorenni di Brescia). Ma l'episodio, che può essere ricondotto ad una deteriore bravata o ad una manifestazione di stupido bullismo, preoccupa per i risvolti morali ed educativi connessi al contenuto delle scritte, di natura razzista, che rivelano intolleranza nei confronti degli stranieri extracomunitari (solo alcuni giorni prima la scuola aveva accolto e inserito tre nuovi alunni senegalesi). «È questo l'aspetto che più ci ha lasciati amareggiati e mortificati - aveva detto il professor Sandro Corti, vicario del capo d'istituto, all'indomani dell'episodio - ed è difficile da digerire per noi educatori».
Da parte sua il sindaco Gustavo Maccari ha dichiarato: «L'esito positivo delle indagini delle forze dell'ordine, in particolare del luogotenente Mattarello che le ha condotte con capacità e competenza, è per me motivo di grande soddisfazione, perché lancia un preciso messaggio: gli autori di questi episodi non devono sentirsi impuniti».
 

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