Sessantaduenne di Stezzano si accascia improvvisamente durante l'escursione Il gruppo era diretto al Tribulino della Guazza. Vani i tentativi di rianimarlo
Si è accasciato improvvisamente sotto gli occhi del cognato che ha tentato in ogni modo di rianimarlo. Una tranquilla passeggiata in montagna in compagnia di amici si è così trasformata in tragedia.
È stato probabilmente un attacco cardiaco a causare la morte, ieri pomeriggio sul monte Farno, sopra Gandino, di Antonio d'Adda, pensionato sessantaduenne di Stezzano. L'escursionista, che abitava in via Salvo d'Acquisto assieme alla moglie Rosalinda Perucchini, 57 anni, e alle due figlie Stefania e Roberta, di 28 e 21 anni, era partito ieri mattina per una passeggiata sul monte che sovrasta Gandino. Assieme a lui c'erano altre sette persone, amici e parenti, tra cui il cognato Tino.
Il gruppetto ha cominciato a percorrere il sentiero Cai 549 che dal Monte Farno sale al Tribulino della Guazza quando, improvvisamente, Antonio d'Adda ha accusato un malore e si è accasciato. Subito è stato soccorso dal cognato, che stava camminando dietro di lui, ma il pensionato in pochi istanti ha perso conoscenza. I suoi accompagnatori si sono subito resi conto della gravità della situazione e hanno chiesto l'intervento del 118.
Sul posto è giunta l'eliambulanza, che prima di atterrare ha faticato a trovare il punto esatto dove si trovava il gruppetto, in quanto, probabilmente per la concitazione o perché gli escursionisti non erano pratici della zona, erano state date indicazioni non precise all'equipaggio.
Il medico di bordo, sceso per prestare soccorso alla persona colpita da infarto, però, non ha potuto fare altro che costatarne la morte avvenuta sul posto. Stando a quanto si è potuto sapere l'uomo in precedenza non aveva sofferto di problemi cardiaci.
L'elicottero ha provveduto a trasportare la salma a fondo valle atterrando in un prato nei pressi di un distributore di benzina all'entrata del paese (dove dovrebbe sorgere la nuova caserma dei carabinieri), in attesa dell'arrivo dell'ambulanza che l'avrebbe trasferita alla camera mortuaria.
Nel frattempo un cittadino di Cazzano, che si trovava sul posto con una jeep, si è offerto per trasportare col suo mezzo il corpo di Antonio d'Adda al cimitero di Gandino: la salma è stata composta nella camera mortuaria dove si trova tuttora, in attesa dell'autorizzazione al suo trasferimento a Stezzano. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Gandino che hanno eseguito gli accertamenti di prassi.
Ancora incredula e scossa la moglie Rosalinda, che dopo essere stata avvertita della disgrazia ha raggiunto Gandino con le figlie e alcuni parenti. «Mi hanno detto che stavano camminando e parlando tranquillamente – racconta – e Antonio aveva appena fatto una battuta rispondendo a mio fratello, quando d'un tratto è caduto in avanti battendo a terra la fronte e il naso. Allora mio fratello lo ha soccorso, e vendendo che aveva perso conoscenza ha cercato di rianimarlo. Ma tutto è stato inutile. Non riesco ancora a credere a quello che è successo. Finora mio marito non aveva mai avuto problemi di salute». La data dei funerali non è stata ancora fissata.
È stato probabilmente un attacco cardiaco a causare la morte, ieri pomeriggio sul monte Farno, sopra Gandino, di Antonio d'Adda, pensionato sessantaduenne di Stezzano. L'escursionista, che abitava in via Salvo d'Acquisto assieme alla moglie Rosalinda Perucchini, 57 anni, e alle due figlie Stefania e Roberta, di 28 e 21 anni, era partito ieri mattina per una passeggiata sul monte che sovrasta Gandino. Assieme a lui c'erano altre sette persone, amici e parenti, tra cui il cognato Tino.
Il gruppetto ha cominciato a percorrere il sentiero Cai 549 che dal Monte Farno sale al Tribulino della Guazza quando, improvvisamente, Antonio d'Adda ha accusato un malore e si è accasciato. Subito è stato soccorso dal cognato, che stava camminando dietro di lui, ma il pensionato in pochi istanti ha perso conoscenza. I suoi accompagnatori si sono subito resi conto della gravità della situazione e hanno chiesto l'intervento del 118.
Sul posto è giunta l'eliambulanza, che prima di atterrare ha faticato a trovare il punto esatto dove si trovava il gruppetto, in quanto, probabilmente per la concitazione o perché gli escursionisti non erano pratici della zona, erano state date indicazioni non precise all'equipaggio.
Il medico di bordo, sceso per prestare soccorso alla persona colpita da infarto, però, non ha potuto fare altro che costatarne la morte avvenuta sul posto. Stando a quanto si è potuto sapere l'uomo in precedenza non aveva sofferto di problemi cardiaci.
L'elicottero ha provveduto a trasportare la salma a fondo valle atterrando in un prato nei pressi di un distributore di benzina all'entrata del paese (dove dovrebbe sorgere la nuova caserma dei carabinieri), in attesa dell'arrivo dell'ambulanza che l'avrebbe trasferita alla camera mortuaria.
Nel frattempo un cittadino di Cazzano, che si trovava sul posto con una jeep, si è offerto per trasportare col suo mezzo il corpo di Antonio d'Adda al cimitero di Gandino: la salma è stata composta nella camera mortuaria dove si trova tuttora, in attesa dell'autorizzazione al suo trasferimento a Stezzano. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Gandino che hanno eseguito gli accertamenti di prassi.
Ancora incredula e scossa la moglie Rosalinda, che dopo essere stata avvertita della disgrazia ha raggiunto Gandino con le figlie e alcuni parenti. «Mi hanno detto che stavano camminando e parlando tranquillamente – racconta – e Antonio aveva appena fatto una battuta rispondendo a mio fratello, quando d'un tratto è caduto in avanti battendo a terra la fronte e il naso. Allora mio fratello lo ha soccorso, e vendendo che aveva perso conoscenza ha cercato di rianimarlo. Ma tutto è stato inutile. Non riesco ancora a credere a quello che è successo. Finora mio marito non aveva mai avuto problemi di salute». La data dei funerali non è stata ancora fissata.
Data di inserimento:
12-09-2008