Ecco il marchio «made in Gandino» per melgotto & C.

Istituita la Deco-Denominazione comunale di origine Consiglio unanime: così valorizziamo il territorio

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Data pubblicazione: 

15/06/2008
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MAIS E DOLCI, Gandino sta lavorando al recupero delle proprie tradizioni.
I biscotti «melgotto» che vengono preparati dai quattro fornai del paese
I bambini delle scuole impegnati nella semina del granoturco
Il logo «Deco Gandino»
Il «melgotto» di Gandino, ma non solo, potrà fregiarsi della Deco, la Denominazione comunale di origine. L'istituzione della Deco è stata decisa dal Consiglio comunale. Questo perché la tutela dei prodotti locali può rappresentare una strategia vincente per la crescita economica e la promozione di una particolare area geografica, dove la qualità non è patrimonio di un singolo soggetto, ma può diventare patrimonio comune attraverso la certificazione da parte delle istituzioni.
L'istituzione della Deco è stata approvata nell'ultimo Consiglio comunale. La decisione, approvata con voto unanime da tutti gli amministratori compresi quelli della minoranza, conferma la volontà dell'Amministrazione guidata dal sindaco Gustavo Maccari (lista «Gandino, Barzizza e Cirano insieme per Maccari sindaco») di assumere iniziative tese a supportare concretamente il patrimonio di tradizioni, cognizioni ed esperienze relative alle attività agro-alimentari riferite a quei prodotti, che per la loro tipicità locale, sono motivo di particolare interesse pubblico e, come tali, meritevoli di valorizzazione.
«È importante – spiega il sindaco – salvaguardare le peculiarità produttive e organolettiche di alcuni prodotti locali. È un patrimonio inestimabile, che negli anni non è stato valorizzato appieno e che può invece costituire un ulteriore valore aggiunto al rilancio produttivo e turistico del paese e della Valle».

Lo stimolo dalla pro loco
La spinta decisiva al progetto è partita dalla Pro loco Gandino, guidata da Lorenzo Aresi, che insiste molto sulla valorizzazione di prodotti e attività legati alla secolare storia gandinese. «La Pro loco – conferma l'assessore alla Cultura Filippo Servalli, che ha seguito il progetto in prima persona – ha avuto un ruolo decisivo e propositivo, che ha stimolato diverse iniziative, cresciute sotto l'aspetto ricreativo, ma anche economico e produttivo».
Gandino vanta fra gli altri un particolare primato: è il primo luogo in Lombardia dove fu coltivato il mais e dove, di conseguenza, fu preparata la prima polenta gialla. Secondo un documento del 1632 a portar per primo il granoturco (forse da Venezia, dove i mercanti gandinesi transitavano per i loro traffici) sarebbe stato un «foresto», che avrebbe coltivato a Gandino il «melgotto» in località Clusven, alle pendici del Corno, nella zona che sale verso Valpiana e la Malga Lunga. Non solo tessile e arte insomma, ma anche una primogenitura in campo agricolo che può fare da base per scenari più importanti.
«Negli ultimi anni – prosegue Servalli – sono stati raccolti risultati significativi. La Pro loco per esempio ha partecipato per due volte a Varzi, in provincia di Pavia, alla "Disfida della polenta", una sorta di gara fra le Pro loco provenienti da ogni parte d'Italia per la preparazione della tipica pietanza dei nostri paesi. In entrambi i casi Gandino è risultata vincitrice. C'è poi la commercializzazione del “melgotto”, un biscotto realizzato con farina di mais dai quattro fornai artigianali di Gandino, che ha riscosso un ottimo successo. Il Comune ha deciso di fare la propria parte: la Deco è solo il primo passo per arrivare davvero alla valorizzazione completa delle peculiarità agro-alimentari gandinesi, che coinvolgono anche eventi, basti pensare alla "Corsa delle uova" o alla "Gustar Gandino"».

ecco il melgotto
Il Comune potrebbe entrare anche in Asso Deco, che raggruppa i Comuni con la Denominazione. «È un'opzione ulteriore che stiamo valutando – conferma Servalli – potrebbe essere un veicolo promozionale interessante, visto che prevede anche l'organizzazione del Borsino del turismo Deco, una mostra-mercato di quei prodotti agroalimentari e artigianali che rappresentano l'eccellenza della produzione italiana. In questa fase siamo concentrati sul progetto relativo al "melgotto": è stato siglato un protocollo d'intesa col Comitato nazionale delle ricerche, attraverso la Cra-Mac Unità di ricerca per la maiscoltura, per arrivare alla selezione conservativa e alla prima produzione del seme di fondazione della varietà autoctona di mais “Spinato di Gandino”».
In questo i promotori dell'iniziativa sono stati assistiti da alcuni agricoltori che hanno offerto le proprie competenze e avviato la coltivazione dei primi campi. Il tutto ha avuto effetti anche a livello didattico: i bambini della scuola materna hanno seguito l'aratura, mentre i ragazzi della seconda e della quinta elementare hanno «adottato» un campo in località Ca' Parecia, provvedendo alla semina. Un campo è stato arato nella zona delle scuole medie e sarà seguito dai volontari della Squadra antincendio. «Vogliamo ricreare l'intera filiera – spiega l'assessore – dalla coltivazione del granoturco sino alla farina e ai prodotti da forno. La studiosa Cristina Paladini sta provvedendo a una raccolta dati e a un percorso storico-antropologico, elaborando le tematiche culturali e scientifiche collegabili al progetto».
Il logo «Deco Gandino» approvato in Consiglio è stato disegnato da Antonio Rottigni e Marco Presti. Si basa sui colori rosso e giallo che caratterizzano lo stemma del Comune. La figura stilizzata del drago è il filo conduttore che lega l'ambito turistico, anche attraverso il logo dei prodotti «made in Gandino», per il simbolo della Pro loco e per quello del gruppo «I negozi per Gandino». Il tutto per dare omogeneità al progetto di rilancio del territorio. La connotazione territoriale è data anche dallo sfondo montano che si interseca con il giallo grano del fondovalle, a simboleggiare la natura agreste (sia di alpeggio che di coltura) dei prodotti gandinesi.
Il prossimo passaggio sarà la costituzione di una commissione che, di volta in volta, valuterà l'inserimento dei prodotti gandinesi nella Deco.

 

cos’è
UN LOGO CHE DÀ PESO ALLA VALLE


Ma che cos’è la Deco, la Denominazione comunale di origine? La Deco è il marchio comunale che certifica la provenienza di un determinato prodotto, per esempio del comparto enogastronomico o di quello artigianale, da un determinato territorio. Non è incompatibile con le denominazioni europee, dal Doc-Denominazione di origine controllata all’Igp- Indicazione di origine protetta.
TUTTO PARTÌ nel 1999 dall’enogastronomo Luigi Veronelli, che insieme a Riccardo Lagorio (esperto che cura anche le rubriche televisive «Gusto» del Tg5 e «Eat Parade» del Tg2) lanciò l’idea che i Comuni potessero valorizzare il proprio territorio attraverso la certificazione delle produzioni artigianali e agricole.
NELL’OTTOBRE 2001 il Parlamento approvò la legge che consente l’intervento degli enti locali in materia agricola. Nel 2006 un ulteriore passo con la nascita di Asso Deco, che ha lo scopo di raggruppare i Comuni che hanno adottato la Deco. Tra questi in Bergamasca ci sono, per esempio, Martinengo e Rovetta.
AD ASSO DECO aderiscono quei Comuni che con più decisione hanno creduto in questo progetto, ai quali potrebbe aggiungersi ora anche Gandino, al fianco per esempio dei marchi di tutela per la patata di Cesiomaggiore (Belluno), la pesca limonina di Asti, l’asparago bianco di Zambana (Trento) o quello rosa di Mezzago (Brianza).

Autore: 

Giambattista Gherardi

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