«Tra tante gioie ed emozioni quella più bella e unica è stata la nascita di Paolo, il mio primo figlio». Nella bella cornice del Roof Garden dell'Hotel Excelsior San Marco, Luciana Previtali Radici ha ricordato alcuni episodi della sua vita che si è dipanata in quella che, accanto al marito Gianni Radici, è diventata la sua valle, la Valle Gandino. E la vita della signora Luciana, come tutti la chiamano, da oggi è racchiusa in un libro. «Ventotto Febbraio», questo il titolo dell'opera realizzata dalla giornalista Maria Carla Rota con la prefazione di Paolo Zucca, vicecaporedattore de Il Sole 24 Ore, e presentata ieri mattina al Roof Garden dell'Hotel Excelsior San Marco. Fortunato Busana, presidente dei Lions club Bergamo host, ha sottolineato come «la presenza di tanta gente sia la testimonianza della stima e dell'affetto di cui gode la signora Luciana». Più che una biografia il libro è una lunga intervista in cui Luciana Previtali Radici parla di sé, della sua infanzia, del suo sogno d'amore per Gianni coronato appunto il 28 febbraio 1946, del suo ruolo di madre e moglie ma anche della sua instancabile attenzione verso il sociale, verso la sua gente. Un'intervista che al tempo stesso racconta della capacità imprenditoriale di una delle famiglie bergamasche che hanno scritto, e scrivono, non solo la storia di una comunità, ma anche dell'economia mondiale. Il gruppo Radici infatti è attualmente presente il 15 Paesi con attività che vanno dalla chimica, alla plastica, alle fibre sintetiche, al settore meccanotessile. «Mio marito Gianni – ha sottolineato più volte la signora Luciana – aveva un grande intuito e quando decideva di creare una nuova impresa eravamo certi che sarebbe stato un successo. Così è stato, ad esempio, quando Gianni ha deciso di entrare nel settore della chimica. Una scelta per la quale ha saputo aspettare i tempi giusti e che si è rivelata vincente, come del resto lo sono state tutte le altre. Sicuramente questa è stata un'eredità pesante per i miei figli. Un'eredità che hanno saputo raccogliere e che sono certa raccoglieranno con altrettanto successo i miei nipoti e pronipoti». La stesura di questo libro era un desiderio coltivato da anni dalla signora Luciana: «Ho tanti appunti, tante lettere che scrivevo magari anche di notte. Tanti ricordi che finalmente raccolti tutti insieme posso dedicare a mio marito, al compagno della mia vita». «Luciana Previtali Radici è una persona che valeva la pena di incrociare – ha commentato Paolo Zucca – non solo per il suo spessore umano, ma anche per la sua testimonianza di come una famiglia imprenditoriale come quella dei Radici abbia saputo guardare al territorio e alla sua gente». «Scrivere questo libro, o meglio incontrare la signora Luciana – ha ribadito Maria Carla Rota –, è stata sicuramente una bella avventura professionale, ma è stata soprattutto un'esperienza spirituale e umana. Luciana non è solo una donna di cuore, ma di “cuori”. Infatti ne ha uno per tutti coloro che le stanno vicino e che hanno bisogno di lei».
Data di inserimento:
25-04-2008