E a Gandino si torna a seminare il «melgotto» delle origini

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08/04/2008
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Giovanni Savoldelli e, sul trattore, Alessandro Bertasa
Torna il granoturco «made in Gandino»: dopo decenni, infatti, è stato arato un nuovo podere in località Ca' Parecia, dove a fine mese verrà seminato il mais. Si tratta soltanto di un inizio (in questo caso poco più di una pertica, cinque quelle previste per la fase iniziale), reso possibile dalla disponibilità dei coltivatori Giovanni Savoldelli, Guido Castelli e Alessandro Bertasa. L'Amministrazione comunale di Gandino ha affrontato «alla radice» (è il caso di dirlo) il rilancio della coltivazione del granoturco, per il quale il paese della Val Seriana vanta un importante primato: fu la prima località in Lombardia dove giunse il «melgotto».
«La Pro loco ha creduto molto in questo rilancio – spiega l'assessore Filippo Servalli – e abbiamo stilato un progetto per il quale mancano soltanto le adesioni da parte degli enti territoriali e di categoria. Sono allo studio iniziative di carattere didattico: i bambini della scuola materna seguiranno la semina e un campo è stato arato anche nella zona della scuola media. Vogliamo ricreare l'intera filiera, dalla coltivazione del granoturco sino alla farina e ai prodotti da forno».
In questo senso sono già visibili gli sforzi dell'associazione «I negozi per Gandino» e in particolare dei quattro fornai artigiani del paese, che hanno presentato da alcune settimane «Il Melgotto», un gustoso biscotto a base di farina di mais.
«Il prodotto piace – spiega Romano Cattaneo – e i primi riscontri sono molto incoraggianti, al di là delle previsioni più rosee. Ottenere un mais completamente "made in Gandino" conferirà un valore aggiunto all'intero progetto».

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